Tivoli, Ercole torna "vincitore": dopo anni di restauri, il Santuario apre le porte ai suoi tesori

Tivoli, Ercole torna "vincitore": dopo anni di restauri, il Santuario apre le porte ai suoi tesori
L’ebbrezza di un viaggio a ritroso nel tempo, come fossimo curiosi e appassionati esploratori della storia. Un’esperienza che offre il Santuario di Ercole Vincitore a...

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L’ebbrezza di un viaggio a ritroso nel tempo, come fossimo curiosi e appassionati esploratori della storia. Un’esperienza che offre il Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli, monumento titanico nella sua spettacolarità, che finalmente apre al pubblico con un nuovo percorso di visita permanente. Ci son voluti fior di restauri e messe in sicurezza grazie al Ministero dei beni culturali, e da domani il gioiello forse più sconosciuto del polo tiburtino svela la bellezza eroica della via tecta (coperta) e del triportico. E vale davvero una gita fuori porta per scoprire uno scenario unico dell’ex Villa di Mecenate, come ama chiamarla il direttore Andrea Bruciati, deus ex machina e mattatore dell’impresa. «Qui tutto evoca il sentimento del sublime che tanto aveva ispirato gli artisti romantici viaggiatori del ‘700», racconta Bruciati, indicando le grandi aperture sul vuoto, sul baratro dello scosceso burrone, che scandiscono questa strada superstar.


Siamo nel cuore del Santuario, cittadella del II secolo a.C. che concentrava le funzioni di rappresentanza politica e religiosa, ma soprattutto di scambio commerciale. Una strada-galleria incastonata sul pendio del colle tiburtino animata dal traffico e dalle botteghe («si pagava un dazio per passare, snodo cruciale per tutto il territorio dell’Aniene», precisa Bruciati). «Il percorso fa comprendere la perfetta sintonia e mimesi con le bellezze del paesaggio circostante - annuncia Bruciati - Si capisce la continuità del Santuario con Villa d’Este e con la pianura sottostante. Proprio qui vorremmo ripristinate il vigneto di uva pizzutella di Tivoli, coltivazione che fino agli anni ‘60 dominava la strada che conduceva al santuario». 


Restaurato nel 2011 con un finanziamento di 15 milioni, brutalizzato all'epoca con una ricostruzione in cemento del teatro romano e dalla collocazione accanto alla cavea di una ricostruzione in ferro del frontone del tempio (che fece parecchio discutere), il complesso, a dispetto degli annunci dell'epoca (il ministro era Giancarlo Galan), non è stato mai veramente riaperto se non su prenotazione e d'estate per gli spettacoli allestiti nel teatro. Ora si cambia. Da sabato 30 settembre, annuncia Bruciati, il sito riapre al pubblico tutti i fine settimana con un nuovo percorso di visita e ambienti di grande impatto emotivo dell'antico tempio da poco recuperati e mai visti. Entro il 2018 poi, assicura il direttore, già da marzo, il Santuario verrà aperto tutti i giorni, «con un biglietto unico per i tre siti e un servizio di navetta» che farà la spola anche con la stazione dei treni. I Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero