Chissà se Figalli c'entra qualcosa. Di sicuro un effetto la medaglia Fields (equiparabile al premio Nobel per la Matematica) vinta dal romanissimo Alessio Figalli, una...
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IL PODIO
La medaglia d'argento dei licei attenzione però: solo per l'aumento dei nuovi iscritti va al liceo Classico, terzo posto per il liceo delle Scienze umane (il vecchio pedagogico) che segnano una crescita rispettivamente dello 0,5% e dello 0,3% per il prossimo anno scolastico e porteranno in classe 4.327 studenti (l'11,8% del totale) e 2.875 giovani (il 7,8%). Si difende il liceo Linguistico che formalmente resta al secondo posto per numero assoluto di studenti perdendo però nuovi iscritti. Nello specifico, se lo scorso anno a sceglierlo furono 4.855 giovani quest'anno la quota si ferma a 4.832. Stabile invece il liceo Artistico che resta fermo sul 4,3% delle iscrizioni totali.
IL CROLLO DELL'EUROPEO
Dal report messo a punto dagli uffici statistici di viale Trastevere emergono altre novità. A partire dal crollo del liceo Europeo/internazionale che perde quasi 80 nuovi studenti rispetto allo scorso anno. L'indirizzo, che solo formalmente si avvicina al Linguistico, offre approfondimenti legati al Diritto (compreso quello comunitario) e all'Economia. Inserito nell'ordinamento didattico italiano a partire dalla fine degli anni Novanta non ha mai fatto breccia nel cuore degli studenti, complice anche la mancanza di strutture didattiche (è presente come indirizzo solo nei Convitti nazionali).
I PROFESSIONALI
E passiamo adesso all'altra faccia della medaglia, ovvero agli istituti tecnico-professionali che rappresentano un'alternativa ai licei tra le scuole superiori di II grado. Come anticipato, gli istituti Tecnici a Roma e in provincia ospiteranno quasi 200 nuovi studenti, la maggior parte dei quali ha deciso di iscriversi all'indirizzo Tecnologico. Intendiamoci, risultati che nulla hanno a che vedere con la resa dei licei ma che lasciano tuttavia presagire una lenta ripresa da parte di questi istituti. «Queste scuole commenta Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale presidi di Roma e del Lazio da alcuni anni scontano una riforma del settore dove predomina la tendenza alla licealizzazione ovvero la scelta di indirizzi più tradizionali, a mio avviso in modo sbagliato, da parte degli studenti e delle loro famiglie». «Pensiamo a molti Stati europei ad esempio continua Rusconi come la Germania: in questo paese gli indirizzi tecnici e professionali godono di ottima salute in ragione del fatto che esiste un efficace sistema di collegamento con il mondo del lavoro. A Roma qualcosa inizia a muoversi in questo senso». Un esempio? «L'istituto tecnico Galilei che fino a un quinquennio fa andava a caccia di studenti e oggi raggiunge un buon trend sulle iscrizioni (nuove e complessive) grazie anche alla particolarità dei corsi, come quello di Robotica, che sono stati messi a disposizione degli studenti», conclude il presidente dell'Associazione presidi.
LA FUGA
Ciononostante non mancano le zone d'ombra. Basta infatti soffermarsi sui risultati ottenuti dagli istituti professionali che passano dal 10,5% delle nuove iscrizioni conseguito nel 2017 all'8,9% di quest'anno con una perdita di quasi 600 studenti (589 per la precisione). Cosa succede? I settori dell'Industria e dell'Artigianato ma anche quelli dei servizi non affascinano più almeno nella Capitale e nel suo hinterland diversamente da quanto avviene, invece, nel nord d'Italia e soprattutto in Veneto ma anche in Friuli-Venezia Giulia dove questi indirizzi ogni anno fanno incetta di giovani.
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Il Messaggero