Orari di apertura senza limiti, nessuna informazione nei locali dei rischi correlati al gioco, scarsi controlli sul rispetto delle distanze minime da scuole, chiese e strutture...
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LE NORME
Tra le nuove disposizioni contenute nel regolamento c'è il divieto di attivare slot machine nel centro storico e lo stop a sale scommesse o con giochi che prevedano vincite di denaro nel giro di 500 metri (350 all'interno dell'anello ferroviario) da scuole, università, luoghi di culto, stazioni ferroviarie, impianti sportivi, centri giovanili, musei, parchi pubblici o caserme. Ma anche a meno di 200 metri «da sportelli bancari, postali o bancomat, agenzie di prestiti di pegno o attività in cui si eserciti l'acquisto di oro, argento od oggetti preziosi». L'articolo 12, quindi, rimanda a una successiva ordinanza del sindaco la determinazione degli «orari di esercizio delle sale dedicate e gli orari di funzionamento degli apparecchi, individuando specifiche fasce orarie di interruzione del gioco, con l'obiettivo di preservare e tutelare la salute pubblica». L'idea del Campidoglio era autorizzare l'utilizzo delle new slot e videolottery per otto ore al giorno - dalle 10 alle 14 e dalle 18 alle 22 - vietandole completamente nei giorni festivi.
L'INTERROGAZIONE
Ma l'ordinanza sugli orari non è ancora arrivata, così come altre parti del testo restano inattuate. E proprio sulla mancata regolamentazione dell'obbligo di chiusura punta l'interrogazione alla sindaca presentata dal vice presidente del consiglio comunale Andrea De Priamo (Fdi), secondo cui il ritardo nell'emanazione del provvedimento permette di fatto che «il gioco perduri senza interruzioni 24 ore su 24, contravvenendo ad uno degli indirizzi dell'assemblea capitolina che vede nell'interruzione di tale attività e del suo richiamo compulsivo, uno dei maggiori elementi di contrasto al fenomeno della ludopatia».
I TEST
De Priamo chiede all'amministrazione comunale, inoltre, perché nel rilascio delle autorizzazioni per questo tipo di dispositivi non sia stato previsto l'obbligo «di porre all'interno dei locali, materiale informativo predisposto dalla competente Asl, diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco», nonché «le informazioni che consentano al giocatore di effettuare un autotest teso ad individuare la possibilità di rischio che lo stesso sia giocatore problematico o patologico o che, comunque, abbia necessità di rivolgersi a personale specializzato».
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Il Messaggero