Ha lottato con la morte per 24 ore. Ma non ha avuto scampo. Ha perso. Il suo giovane cuore ha smesso di battere nel reparto di rianimazione dell’ospedale Umberto I dove...
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La Squadra Mobile sta dando la caccia alle due assassine, forse sudamericane e non romene come si pensava in precedenza: i loro volti sonostati intercettati dalle telecamere a circuito chiuso della stazione Termini mentre scappanonelsottopassaggio e le impronte digitali di almeno una delle due sono sul manico di quell’ombrello. Vanessa studiava da infermiera e dasabato aveva anche cominciato a lavorare in una gelateria in viadeiSerpenti. Maproprio mentre cercava di arrivare puntuale al negozio, ha trovato la morte. Ha trovato la morte nel centro di Roma. Anzi, nel centro del centro diRoma:quella stazione Termini, snodo cruciale della mobilità dell’intera città dove ogni giorno transitano centinaia di migliaia di persone. Soprattutto nei sotterranei dove c’è l’unico punto di contatto, l’unico incrocio tra la linea A e la linea B. Ed è proprio lì che Vanessa è stata aggredita e uccisa. Giovedì, infatti, Vanessa pranza a casa con la madre Rita. Subito dopo esce di casa perché, prima di “attaccare” alle 16, vuole passare a trovare il fratello, Simone che lavora alla sicurezza proprio della metropolitana alla stazione Tiburtina. E’ lui, l’ultimo conoscente a vederla in vita. Poi Vanessa prende il treno per raggiungere la stazione Termini. Poco prima di raggiungere la sua fermata Vanessa è in piedi davanti alle porte. Viene avvicinata dalle due ragazze: sono alte , vestite tutte e due di bianco, una ha i capelli lunghi legati, l’altra indossa un cappellino nero. La spingono. Probabilmente tentano di aprirle lo zainetto per rubarle il portafogli.
Quando si aprono le porte tutte e tre schizzano fuori e in pochi istanti è la tragedia. Una delle due impugna un ombrello e, secondo le testimonianze, la infilza dall’alto al basso: un colpo netto che le trafigge l’occhio e, si scopriràpiùtardiinospedale, raggiunge anche il cervello. Vanessa cade in terra. C’è sangue ovunque. Le due ragazze scappano confondendosi tra la folla che, come un mare in tempesta, entra e esce dalla metropolitana senza quasi accorgersi di nulla.Vanessa è lì, già in fin di vita.
Tra i primi a soccorrerla una guardia giurata in servizio alla stazione e unmedico.
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Il Messaggero