Roma, i versi sui cassonetti: se i lettori non cercano la poesia allora è la poesia che cerca i lettori

I versi sui cassonetti: se i lettori non cercano la poesia allora è la poesia che cerca i lettori
Se i lettori non cercano la poesia (è risaputo che i libri in versi vendono poco) allora è la poesia a cercare i lettori. E li trovano nel luogo più...

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Se i lettori non cercano la poesia (è risaputo che i libri in versi vendono poco) allora è la poesia a cercare i lettori. E li trovano nel luogo più incongruo: su un cassonetto dell’indifferenziata. È un fenomeno che esiste da qualche anno, e che interpreta in modo ancora più inusuale il movimento della poesia di strada, ovvero quei giovani verseggiatori che - non solo a Roma - scrivono i loro componimenti sui muri (ma solo nelle periferie più malandate) o su volantini di carta. Per citare qualche esempio, sono abbastanza noti i Poeti der Trullo, e negli anni passati si è fatta notare l’iniziativa chiamata “Parlare coi muri”, che diffuse perle vie romane le opere di grandi autori del passato. Per quanto riguarda la poesia sui bidoni della spazzatura, uno dei protagonisti è il Poeta della Serra, pseudonimo di un ignoto ragazzo materano che ogni tanto si ferma a Roma per rimeggiare sui contenitori di monnezza. Non è questa la sede per esprimere giudizi sulla qualità dei suoi versi, la cui caratteristica è l’estrema, esasperata, diciamo pure eccessiva semplicità (“Quando ti trovi/a un passo dalla resa/e sembra impossibile/una ripresa/tira fuori il tuo fuoco/e la tua grinta/Pensa: la vita/ non può averla vinta”). Si può dire però che il contrasto, lo stridore tra la forma poetica e la casualità disarmonica di un cassonetto pieno di monnezza è già poesia di per sé. 

pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero