Roma, ciak si gira "Michelangelo" a Villa Giulia: la star è un elefantino bianco

Roma, ciak si gira "Michelangelo" a Villa Giulia: la star è un elefantino bianco
E se un elefante bianco ruba la scena a Michelangelo sotto la direzione di un grande maestro del cinema? Le scommesse sono aperte. Non c'erano occhi che per lui l'altro...

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E se un elefante bianco ruba la scena a Michelangelo sotto la direzione di un grande maestro del cinema? Le scommesse sono aperte. Non c'erano occhi che per lui l'altro giorno a Villa Giulia, per quell'esemplare giovane (appena 48 anni) di piccolo pachiderma apparso nel cortile rinascimentale del Museo Etrusco. Possibile? Altroché, se c'è lo zampino di un regista di culto e sfarzo come Andrei Konchalovsky. Il bello è che il giardino con i portici affrescati del delizioso museo statale è stato trasformato, per esigenze di copione, in un cortile del Vaticano. Non altro che la corte del papa. Et voilà, siamo sul set del kolossal Il Peccato. Una visione, che l'autore russo sta dedicando al Buonarroti. Un film tutto girato in Italia, sulle tracce dell'artista fiorentino, e che ora sbarca a Roma. E Villa Giulia colleziona ciak d'autore. Dopo la saga de I Medici, ora l'imponente produzione italo-russa, che ha allestito un set quanto mai complicato.

 

Quasi a contendere la ribalta ad Alberto Testone (l'attore italiano che veste i panni di Michelangelo), c'era lui, l'elefantino bianco, star della scena in cui viene rievocato un fatto assai noto alle cronache dell'epoca: l'inaspettato e stravagante dono arrivato a Papa Leone X Medici (altro controverso committente del Buonarroti). Ed eccolo in azione, circondato da un cordone di guardie svizzere che cercano, come vuole il copione, di contenere una folla curiosa e festante. L'atmosfera è davvero quella del grande cinema di massa, con un esercito variegato di comparse. Intorno all'elefante centinaia di uomini, donne e bambini, un ritratto collettivo del popolo della Roma papalina del Cinquecento. Lui, l'attore a quattro zampe, viene curato da tre assistenti rigorosamente in abiti di scena.
 

«Quello che vorrei trasmettere non è solo l'essenza della figura di Michelangelo, ma anche sapori e odori di quell'epoca carica di ispirazione e bellezza, ma anche di momenti sanguinosi e spietati» ha commentato Konchalovsky. Villa Giulia, insomma, torna ancora a far parlare di se'. E lo si deve al suo direttore manager Valentino Nizzo, chiamato dalla riforma di Franceschini. Classe 75, etruscologo di studio e cuore, con la passione di un imprenditore culturale. Con lui il Museo Etrusco sembra votato alla ribalta. Tante le iniziative messe in cantiere. Oggi, per esempio, presenterà il ciclo di incontri Storie di Persone e di Musei, cui hanno aderito 40 istituzioni di Lazio, Umbria e Toscana. Un racconto a più voci di vite quotidiane, di progetti dedicati all'archeologia.
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Il Messaggero