Roma, la Grande monnezza e quelli che incolpano i romani pigri

Roma, la Grande monnezza e quelli che incolpano i romani pigri
Chi non vive a Roma vede in tv le immagini delle pile di monnezza accatastate in strada e si convince che sia colpa dei romani. Crede che gli abitanti della Capitale, per via...

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Chi non vive a Roma vede in tv le immagini delle pile di monnezza accatastate in strada e si convince che sia colpa dei romani. Crede che gli abitanti della Capitale, per via della loro famosa, presunta indolenza, si divertano a lasciare il loro sacchetto nel primo posto che capita, così, per risparmiare fatica. Fortunatamente non tutti danno retta ai soliti noiosissimi stereotipi. Per esempio le attrici milanesi Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti con il loro video “La grande monnezza” - che tanto successo ha avuto sul web - hanno rappresentato bene la situazione paradossale in cui si trovano i residenti capitolini.


In questi giorni difficili tantissimi romani (non tutti certo, ma tantissimi sì) continuano a seguire con diligenza le regole della differenziata, separano la plastica, la carta, l’umido, preparano con cura le buste, infine si mettono in cerca di un cassonetto non diciamo vuoto (non si può pretendere troppo) ma almeno avvicinabile senza dover scavalcare cataste di spazzatura putrescente avventurandosi tra sorci e gabbiani.

Perché insomma qua non è questione di pigrizia: è questione di camion che non passano e di impianti di smaltimento che non esistono. Questo è un clamoroso fallimento industriale oltre che amministrativo, ma c’è chi fuori Roma ancora racconta la favoletta del romano pigro e zozzone. La stessa favoletta, in verità, a volte ce la viene a raccontare anche qualcuno di Roma, ma questo è un altro discorso.

pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero