In questi giorni difficili tantissimi romani (non tutti certo, ma tantissimi sì) continuano a seguire con diligenza le regole della differenziata, separano la plastica, la carta, l’umido, preparano con cura le buste, infine si mettono in cerca di un cassonetto non diciamo vuoto (non si può pretendere troppo) ma almeno avvicinabile senza dover scavalcare cataste di spazzatura putrescente avventurandosi tra sorci e gabbiani.
Perché insomma qua non è questione di pigrizia: è questione di camion che non passano e di impianti di smaltimento che non esistono. Questo è un clamoroso fallimento industriale oltre che amministrativo, ma c’è chi fuori Roma ancora racconta la favoletta del romano pigro e zozzone. La stessa favoletta, in verità, a volte ce la viene a raccontare anche qualcuno di Roma, ma questo è un altro discorso.
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