Scovava clienti in una chat gay per rapporti sessuali, per poi legarli e rapinarli. Lui si recava a casa della persona che poco prima aveva accettato una prestazione sessuale ma...
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Sempre lo stesso copione: l'aggressore ha fissato in chat un appuntamento erotico con un omosessuale che abita al Pigneto. I due si sono conosciuti nella realtà, nell'abitazione della vittima. Tutto è sembrato filare per il verso stabilito in chat, in modo pacifico e rispettoso. Ma così non è stato: il rapinatore ha stordito con un narcotico la vittima che si è risvegliata solo qualche ora dopo, completamente nuda e legata con una corda alla spalliera del letto. Una posizione innaturale che, in passato, in altre rapine a sfondo sessuale, ha portato la vittima alla morte. Intanto, il rapinatore è riuscito a fuggire però ha lasciato molte tracce che hanno aiutato gli investigatori a rintracciarlo. Per prima cosa, ha rubato l'auto della vittima con la quale ha avuto un incidente ed è stato riconosciuto dagli automobilisti coinvolti. Poi, si è portato via anche un pc che è stato localizzato dagli agenti del commissariato Porta Maggiore.
PASSI FALSI
Tramite il computer gli investigatori arrivano proprio a casa sua. L'uomo viene arrestato ma lui mentre sta per essere messo a bordo di un'auto della polizia riesce a fuggire. Verrà individuato il giorno dopo in una pensione del Pigneto. A coprirgli le spalle è un suo amico che finge di collaborare con la polizia. Il giovane assicura gli agenti di non avere rapporti con il ricercato e che, se li avesse avuti, li avrebbe segnalati. Ma la polizia non ci casca e rinviene un cellulare usato dal ragazzo che attraverso una chat indica al rapinatore quello che deve fare per sfuggire alla cattura. Così all'arresto per rapina di Fabio Macioci si unisce quello dell'amico che deve rispondere di favoreggiamento. In casa del rapinatore sono state trovate decine di dosi di droga, sostanza da taglio e un bilancino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero