Dalla caserma a casa il tratto era breve. La vigilessa neanche doveva prendere il bus o l'auto per raggiungerla. Le bastava uscire dalla guardiola della caserma, attraversare...
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GLI SCATTI
La vigilessa veniva fotografata all'uscita del portone della caserma, mentre attraversava la strada e alla fine sull'uscio di casa. Si è capito ben presto che la destinazione della fuga dal posto di lavoro era sempre la stessa. L'unico dubbio sulla durata. La corsa dall'ufficio a casa a volte si protraeva mezz'ora a volte anche a un paio di ore, e quasi tutti i giorni. Evidentemente è stato il sospetto degli investigatori - dipendeva dalle faccende che la signora sbrigava. I pedinamenti sono durati tre settimane. Nonostante il danno per l'amministrazione non fosse così sostanzioso, per la donna una volta aperto il procedimento penale l'amministrazione comunale ha formalizzato la costituzione di parte civile. La furbetta del cartellino, ora, dovrà dare spiegazioni davanti al giudice monocratico sui motivi che la spingevano a timbrare il badge per poi tornarsene a casa. Il processo si aprirà a marzo. Nel frattempo il comando generale di Polizia Roma Capitale ha preso provvedimenti. La donna, spedita a giudizio dal gip Tamara de Amicis, è rimasta in servizio, ma in un altro Gruppo. Lontana da ogni tentazione.
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Il Messaggero