Roma, furbetti del cartellino, timbrava e andava a casa: vigilessa del III gruppo a processo

Roma, furbetti del cartellino, timbrava e andava a casa: vigilessa del III gruppo a processo
di Adelaide Pierucci
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Mercoledì 11 Ottobre 2017, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 09:08
Dalla caserma a casa il tratto era breve. La vigilessa neanche doveva prendere il bus o l'auto per raggiungerla. Le bastava uscire dalla guardiola della caserma, attraversare la strada e ritrovarsi direttamente davanti al portone della propria abitazione. La tentazione ripetuta di passare il badge in ufficio per recarsi poi in fretta a casa ha portato una vigilessa di Roma a processo per truffa aggravata ai danni del Campidoglio. Una furbetta del cartellino casa e ufficio. Era capitato più volte che i colleghi non la vedessero più nella sua postazione. Pochi servizi esterni tra il traffico. Ma reperibilità costante. La vigilessa, in servizio presso il III Gruppo Nomentano, a dispetto degli assenteisti che si allontanano dal posto di lavoro per svolgerne un altro o per sbrigare faccende personali chissà dove, restava nei paraggi, tornava a casa, al massimo passava l'aspirapolvere o preparava un pranzetto. Una soffiata alla procura della Repubblica, però, l'ha messa nei guai. Sono stati proprio i colleghi, due anni fa, a stanarla. Su delega del pm Erminio Amelio gli agenti del Nomentano hanno cominciato a pedinare la sospettata e nel giro di venti giorni hanno chiuso l'indagine. Un'inchiesta breve e piena di riscontri.

GLI SCATTI
La vigilessa veniva fotografata all'uscita del portone della caserma, mentre attraversava la strada e alla fine sull'uscio di casa. Si è capito ben presto che la destinazione della fuga dal posto di lavoro era sempre la stessa. L'unico dubbio sulla durata. La corsa dall'ufficio a casa a volte si protraeva mezz'ora a volte anche a un paio di ore, e quasi tutti i giorni. Evidentemente è stato il sospetto degli investigatori - dipendeva dalle faccende che la signora sbrigava. I pedinamenti sono durati tre settimane. Nonostante il danno per l'amministrazione non fosse così sostanzioso, per la donna una volta aperto il procedimento penale l'amministrazione comunale ha formalizzato la costituzione di parte civile. La furbetta del cartellino, ora, dovrà dare spiegazioni davanti al giudice monocratico sui motivi che la spingevano a timbrare il badge per poi tornarsene a casa. Il processo si aprirà a marzo. Nel frattempo il comando generale di Polizia Roma Capitale ha preso provvedimenti. La donna, spedita a giudizio dal gip Tamara de Amicis, è rimasta in servizio, ma in un altro Gruppo. Lontana da ogni tentazione.