Roma, giri di danza contro la violenza: uno show per dire no alla mafia

Roma, giri di danza contro la violenza: uno show per dire no alla mafia
Uno show per riflettere. Con la sala gremita da istituzioni e personaggi dello spettacolo. Perché è la prima volta che la danza parla di mafia. E lo fa alla Sala...

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Uno show per riflettere. Con la sala gremita da istituzioni e personaggi dello spettacolo. Perché è la prima volta che la danza parla di mafia. E lo fa alla Sala Petrassi dell'Auditorium Parco della Musica che si illumina ad hoc per un evento d'eccezione: è il momento di teatro-danza intitolato Mafia: il mondo parallelo. Dove c'è mafia non c'è futuro. Nell'anniversario dei trent'anni della nascita della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia diretta da Maurizio Vallone, seduto in prima fila, il sipario si alza per dar voce ai drammi provocati da questa piaga sociale. Commozione e pathos. Lo spettacolo è ideato, coreografato e diretto da Valeria Vallone, impegnata nelle sperimentazioni dei linguaggi trasversali, e realizzato in collaborazione con la DIA e l'Osservatorio tecnico per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio, presieduto da Gianpiero Cioffredi, con il patrocinio della Fondazione Falcone.

Fa il suo ingresso l'étoile Eleonora Abbagnato, in blu scuro, che però non è qui per ballare ma in veste di super ospite. E' scortata dal giovane ballerino Luca Cesa e circondata dai fan, a cui dedica tanti autografi. La saluta l'attore Kaspar Capparoni. Intanto si prova nel backstage. Poi si va in scena. Saluti da parte del direttore DIA, di Cioffredi, di Maria Falcone, e della Vallone, introdotti dall'attore Emanuel Caserio. Applausi. Parte la ribalta. Colpiscono gli aneddoti simbolici come lo scambio di sigarette tra giudice e pentito, ad indicare una forma di comunicazione tra le parti. Colori indicativi quelli dei costumi: dal pastello tenue dell'innocenza ai colori più cupi della violenza, come il rosso o il nero. La direzione musicale è di Luca Velletri che raggiunge il palco assieme alla bionda attrice Clara Galante, che interpreta le atrocità di un mondo poco denunciato. Si esibiscono quattordici danzatori provenienti da tutta Italia e poi Ciro Clarizio e Marco De Paola. Il pubblico segue con interesse la narrazione dei turbamenti causati dalla mafia. Dalla storia disperata di Giuseppe Di Matteo, il bimbo figlio di un pentito, fino al maxiprocesso, alla strage di Capaci e alla costituzione della DIA. Targhe ricordo, consegnate da gruppi di bambini, ai protagonisti dell'appuntamento.

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Il Messaggero