Il simbolo della Roma contemporanea - lo hanno già notato in molti - forse è la rete arancione da cantiere: quel nastro di plastica che delimita le buche...
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Sono passati i giorni, le settimane, i mesi, è passato un intero anno: la voragine è ancora là, la rete in polietilene pure, fa parte stabilmente del paesaggio, si vede anche su Google Maps. Nel frattempo dalla fossa sono spuntati i primi ciuffi di erbetta, e sono diventati piante sempre più rigogliose, hanno invaso il marciapiede e hanno avvolto la rete arancione, che ora a stento si intravede tra le fronde. Riuscirà la recinzione a fermare l'avanzata della vegetazione?
Viene il dubbio che le reti non servano a recintare le buche e le strade rotte, ma semmai il contrario: bisognerebbe rovesciare la prospettiva, il lato l'interno del recinto è quello dove siamo noi, i recintati sono i romani, chiusi in un pollaio come animali da cortile, a difesa della loro incolumità.
(Nella foto di Rossella Benevento, la rete arancione avvolta dalle fronde in via Leonardo Bufalini)
pietro.piovani@ilmessaggero.it Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero