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Lo sport entra nel carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma. Si tratta di un progetto pilota: cinque giorni di sport a settimana per i giovanissimi detenuti a partire da metà ottobre. Il progetto è possibile grazie a un protocollo tra Sport & Salute, Dipartimento Giustizia Minorile e Dipartimento per lo Sport per benessere psico-fisico dei detenuti.
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I detenuti potranno praticare una disciplina tra calcio, rugby, tennistavolo, zumba e fitness. Un protocollo di intesa che durerà tre anni tra il dipartimento per la giustizia monorile e di comunità, Sport e Salute, la società del ministero dell'Economia, che si occupa della promozione dello sport sul territorio, e il Dipartimento per lo sport. E' stata firmata questo pomeriggio, nel carcere stesso alla presenza di 40 detenuti da Vito Cozzoli, presidente di Sport e Salute, Giuseppe Cacciapuoti direttore generale del DGPRAM, e Stefania Pizzolla, dirigente del Dipartimento per lo sport, l'intesa che punta a migliorare il benessere psico-fisico dei detenuti. Introdotti dalla vicedirettrice dell’istituto Elisabetta Ferrari erano presenti anche il professor Natalino Irti e Silvio Martucelli del cda della Fondazione Nicola Irti. La firma s’inserisce anche nella celebrazione della Settimana europea dello sport.
«Lo sport supera le barriere – ha detto Cozzoli -. E’ una straordinaria opportunità di crescita anche qui ed è un diritto anche in carcere. Per questo abbiamo deciso di investire nel progetto anche grazie al supporto finanziario della sottosegretaria allo Sport Vezzali».
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Il protocollo prevede la redazione di un programma annuale, riservato ai minorenni e ai giovani adulti in carico alla Giustizia minorile, di attività sportive sia di squadra che individuali, la fornitura di materiale e attrezzature necessarie per l’arredo di impianti sportivi e di mezzi da competizione. E ancora l'organizzazione di corsi per la formazione di istruttori indicati dal Dipartimento;. Sport e Salute, inoltre renderà disponibili tecnici e allenatori qualificati al fine di predisporre un’adeguata attività formativa e educativa dei giovani detenuti.
Per la realizzazione degli obiettivi indicati nel Protocollo e per consentire la pianificazione strategica degli interventi programmati, sarà costituito un Comitato tecnico-scientifico paritetico composto da sei componenti.
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