Tragedia sfiorata a Largo Fontanella Borghese. Un palo stradale cede all'improvviso e prende in pieno un 41enne che stava passando lì, proprio in quel momento. L'uomo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LA DINAMICA
Sono le 15,30 circa quando Ciria Dorin, 41 anni, di professione operaio, sta eseguendo un lavoro per le vie del Centro. Mentre passa sotto lo storico palazzo di Fontanella Borghese, si stacca da terra un palo di acciaio della segnaletica stradale. L'uomo, che è alle prese con il suo telefonino, non fa in tempo a schivare il divieto di sosta. Non si accorge di nulla. L'impatto è violentissimo. E crolla a terra in un lago di sangue. Prova a rialzarsi, è stordito. «L'abbiamo aiutato subito - raccontano due giovani militari di guardia fissa nella piazzetta - lui parlava e diceva alcune cose senza aver capito bene cose gli fosse successo. L'abbiamo fatto sedere, abbiamo cercato di tranquillizzarlo. L'ambulanza però ci ha messo troppo ad arrivare». Uno dei due dice trenta minuti, l'altro lo corregge e replica «circa 20-25 minuti». «Io abito qui, sono arrivata subito dopo - racconta una signora distinta sui 50 anni - è una vergogna che succedano cose come queste». A ben pensarci, è andata di lusso. Se la segnaletica fosse caduta in testa a un bambino?
Con il Giubileo alle porte e il flusso di pellegrini che ogni giorno attraverserà le vie del Centro, appare sin troppo evidente che sia necessaria una manutenzione straordinaria di tutta la segnaletica stradale. Non solo buche e marciapiedi. Ma anche cartelli stradali che, complici l'usura e il forte vento di questi giorni, rischiano di venire giù. Un po' come gli alberi.
IL RACCONTO
«Se al mio posto ci fosse stato un bambino sarebbe morto». Ha il volto tumefatto, Ciria Dorin. «Stavo passando da un edificio all'altro per cambiare delle fibre ottiche e in un attimo non ho capito più nulla, mi sono ritrovato a terra con il viso insanguinato». Fortunatamente Ciria, che vive in Italia da 15 anni e che non ha mai subìto un incidente sul lavoro, ha riportato solo un brutto trauma al naso. «Mi hanno dato dieci punti ma se il palo mi avesse colpito da un'altra parte, forse non starei qui a raccontarlo». Fuori dal pronto soccorso aspetta il referto della risonanza magnetica, ha mal di testa. «Non ho ancora detto nulla a casa, mia moglie aspetta un bambino, non voglio che si preoccupi». Oltre allo spavento, però, a poco a poco monta la rabbia. «Non escludo – dice Ciria – di intentare una causa contro il Comune per quello che mi è successo». «Non è possibile che a Roma – aggiunge – in pieno centro accadano cose del genere, che un palo cada così, addosso alla gente solo perché non c'è la giusta manutenzione». Lo ripete, mentre si passa una mano tra i capelli, tirando un sospiro di sollievo, grato per quella «fortuna che mi ha assistito». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero