Roma, bimba di tre mesi uccisa da un rigurgito. Il padre: «Non siamo riusciti a salvarla»

Roma, bimba di tre mesi uccisa da un rigurgito. Il padre: «Non siamo riusciti a salvarla»
Tragedia ieri mattina a Ostia dove all'ospedale Grassi è morta una bimba di poco più di due mesi. Fatale un rigurgito di latte e per Rosa Gioia non...

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Tragedia ieri mattina a Ostia dove all'ospedale Grassi è morta una bimba di poco più di due mesi. Fatale un rigurgito di latte e per Rosa Gioia non c'è stato nulla da fare. «Morte in culla», hanno detto i medici del pronto soccorso dove la piccola è stata portata dai genitori, entrambi di origini sudamericane. In mattinata la neonata aveva fatto la solita poppata al seno materno. Tutto sembrava essere filato liscio. Nessun segno anomalo, nessuna stranezza. La bimba si era addormentata e la mamma l'aveva rimessa nel lettino. Qualche minuto dopo la donna, 32 anni, era tornata nella cameretta a controllare la figlia e l'aveva trovata esanime.

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L'ALLARME
Si era spaventata, aveva urlato e chiamato il compagno, chiedendo di aiutarla. La coppia aveva preso la neonata e alle 10,30 era finita davanti al pronto soccorso del Grassi la corsa disperata in ospedale. Il corpicino stretto tra le braccia, il viso stravolto dalla paura, gli occhi pieni di lacrime e poi davanti ai medici il grido di aiuto del padre: «Fate qualcosa, vi prego salvatela. Mia figlia non respira più», avrebbe detto l'uomo ai sanitari che hanno immediatamente cercato di capire cosa fosse successo. Inutili tutte le manovre di rianimazione. La bimba già non dava più segni di vita. Per i dottori si sarebbe trattato di morte improvvisa del lattante, meglio conosciuta come morte in culla, provocata verosimilmente da un rigurgito di latte nei polmoni che avrebbe provocato il soffocamento. Appena avuta la notizia, la mamma della piccola si è sentita male ed è stata soccorsa dal personale sanitario del Grassi che l'ha tenuta sotto osservazione per alcune ore, cercando di calmarla e tranquillizzarla. Per la coppia l'arrivo della piccola era stata una gioia enorme e per questo avevano scelto di chiamarla proprio Gioia. Era la loro felicità, la loro ragione di vita e mai avrebbero pensato di perderla tragicamente a poco più di due mesi dalla nascita.
Non è stato facile nemmeno per i medici tentare si spiegare cosa fosse successo alla bimba. La sindrome della morte in culla, infatti, non corrisponde a una precisa patologia, non è stata ancora definita con sicurezza una specifica causa medica in grado di motivarla.


IL DOLORE


I dottori si sono trovati davanti una madre e un padre attoniti, stravolti dal dolore che volevano una spiegazione plausibile e cercavano di capire di cosa fosse malata la loro figlia. «Non aveva nulla continuavano a ripetere i genitori stava bene. Mangiava, dormiva, ci sorrideva, muoveva le manine. Non capiamo perché, perché sia successo proprio a lei». Della vicenda si sono occupati anche gli agenti del Commissariato Lido a cui erano stati chiesti una serie di accertamenti e verifiche sul contesto familiare. In un primo momento il corpicino era stato affidato all'autorità giudiziaria che, non sussistendo dubbi sulla causa della morte, in tarda mattina ha ritenuto di doverlo restituire ai genitori. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero