Paula Onofrei, morta a Roma «perché il 118 ha fatto tardi». L'Ares avvia un'indagine interna

La ragazza colpita da un'ulcera perforante al duodeno, peritonite e polmonite

Paula Onofrei, morta a Roma «perché il 118 ha fatto tardi». L'Ares avvia un'indagine interna
Si sente male, va in ospedale e non trovano nulla di preoccupante. Se ne sta a casa per più di 24 ore sotto potenti antidolorifici. Passa un giorno in più,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Si sente male, va in ospedale e non trovano nulla di preoccupante. Se ne sta a casa per più di 24 ore sotto potenti antidolorifici. Passa un giorno in più, però, e la sorella vede che le cose si mettono male. Così è lei a chiamare il 118 per quattro volte: la prima poco dopo le 13 del terzo giorno, la quarta alle 15.29. Alla fine, Paula Onofrei, 29 anni, nata in Romania ma residente a via Isasca, a Casalotti, è morta in casa, davanti ai soccorsi. Ora l'Ares 118 ha deciso di aprire un'inchiesta interna per cercare di capire cosa sia realmente accaduto. I fatti risalgono allo scorso 21 luglio: quel giorno la ragazza va in pronto soccorso con forti crampi addominali, con un dolore che dalla bocca dello stomaco va fino all'inguine. Paula resta a casa tutto il giorno successivo, venerdì 22. Non riesce ad alzarsi dal letto. Sabato 23 si sveglia in stato di semi incoscienza. Dice alla sorella Rebecca «non sento più mani e piedi», ed è lei a chiamare il 118.

 

 

Le chiamate

Secondo la famiglia, la prima telefonata è delle 13.03, con l'operatore che risponde che avrebbero mandato un'ambulanza. Il mezzo non arriva, così ricontattano il 118 per la seconda volta, alle 14.13. La situazione si aggrava. «Non ha più sensibilità alla lingua», racconta la ragazza. Ma l'ambulanza non arriva. Alle 14.57 chiamano per la terza volta. «Scusate, è la terza volta che chiamo, mia sorella sta peggiorando e ora non vede più, ha il corpo viola». I soccorsi, però, non arrivano. Così alle 15.29, per la quarta volta, Rebecca richiama il 118. A quel punto, urla: «Mia sorella sta peggiorando, che cavolo fate?». Da Prima Porta parte un mezzo che arriva in circa dieci minuti.

 

 

Il decesso

Tentano di rianimarla ma alle 17.14 il medico constata il decesso. Sarà poi l'esame medico-legale a scoprire che la ragazza è morta per uno choc settico secondario ad ulcera duodenale perforata complicata da una peritonite e da una polmonite. «Non vogliamo giungere a conclusioni affrettate ma siamo in fiduciosa attesa della magistratura per capire bene che cosa è successo. Bisogna fare luce», racconta Aurelio Padovani, l'avvocato della famiglia che ha presentato denuncia contro ignoti per omicidio colposo.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero