Si sente male, va in ospedale e non trovano nulla di preoccupante. Se ne sta a casa per più di 24 ore sotto potenti antidolorifici. Passa un giorno in più, però, e la sorella vede che le cose si mettono male. Così è lei a chiamare il 118 per quattro volte: la prima poco dopo le 13 del terzo giorno, la quarta alle 15.29. Alla fine, Paula Onofrei, 29 anni, nata in Romania ma residente a via Isasca, a Casalotti, è morta in casa, davanti ai soccorsi. Ora l'Ares 118 ha deciso di aprire un'inchiesta interna per cercare di capire cosa sia realmente accaduto. I fatti risalgono allo scorso 21 luglio: quel giorno la ragazza va in pronto soccorso con forti crampi addominali, con un dolore che dalla bocca dello stomaco va fino all'inguine. Paula resta a casa tutto il giorno successivo, venerdì 22. Non riesce ad alzarsi dal letto. Sabato 23 si sveglia in stato di semi incoscienza. Dice alla sorella Rebecca «non sento più mani e piedi», ed è lei a chiamare il 118.
Le chiamate
Secondo la famiglia, la prima telefonata è delle 13.03, con l'operatore che risponde che avrebbero mandato un'ambulanza.
Il decesso
Tentano di rianimarla ma alle 17.14 il medico constata il decesso. Sarà poi l'esame medico-legale a scoprire che la ragazza è morta per uno choc settico secondario ad ulcera duodenale perforata complicata da una peritonite e da una polmonite. «Non vogliamo giungere a conclusioni affrettate ma siamo in fiduciosa attesa della magistratura per capire bene che cosa è successo. Bisogna fare luce», racconta Aurelio Padovani, l'avvocato della famiglia che ha presentato denuncia contro ignoti per omicidio colposo.
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