di Laura Larcan video di Mino Ippoliti ...
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Il bello di riscoprire la vita quotidiana di duemila anni fa. Intatta. Suggestioni che il parco archeologico di Ostia Antica riesce a regalare. Ecco una strada che corre dal decumano massimo fin verso la banchina del Tevere. E lungo la passeggiata sfilano caseggiati, domus, grandi magazzini. Lo scenario è quello di un rione di Ostia Antica, dove nel II secolo d.C. si consumavano frenetici i ritmi di una vita quotidiana, lontana dai fasti del Capitolium della città. Il via vai degli stranieri sbarcati dalle rotte del Mediterraneo, i lavori pesanti dei cittadini. E qui, basta superare le crepidini (i marciapiedi) per entrare in un monumento considerato il cuore di quella vita quotidiana ostiense. Un luogo di benessere, ristoro, relax. Si tratta delle Terme del Buticoso, che devono il loro nome dal gestore del posto, quell'Epictetus Buticosus che figura nel mosaico di una sala. È qui che lo staff del parco guidato da Mariarosaria Barbera sta concludendo un grande intervento di restauro, altamente tecnologico, che consentirà di aprire il sito in primavera. Dopo anni di chiusura e oblio. Un contesto praticamente sconosciuto, dove riaffiorano affreschi dimenticati, colori brillanti, pigmenti preziosi, mosaici figurati, rivestimenti marmorei. «Siamo in una categoria diversa di monumento: non le grandi terme pubbliche, ma un balneum, un complesso particolare a gestione privata, aperto al pubblico a pagamento», racconta l'archeologa Claudia Tempesta. «La differenza era solo nelle dimensioni più contenute, mancava la palestra, ma l'articolazione degli ambienti legati all'acqua e al sistema di riscaldamento era intatta», continua la studiosa.
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Il Messaggero