Movida a Roma, l'VIII Municipio scrive a Prefetto e Protezione civile: «Situazione fuori controllo»

Dopo l'ultimo weekend "dissennato" il Municipio ha detto basta e dalla Garbatella è partita una lettera indirizzata a Campidoglio, Prefettura e Protezione...

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Dopo l'ultimo weekend "dissennato" il Municipio ha detto basta e dalla Garbatella è partita una lettera indirizzata a Campidoglio, Prefettura e Protezione civile (nella figura del capo Angelo Borrelli) per chiedere interventi costanti e certi al fine di ridurre gli assembramenti che si concentrano per lo più nei pressi della Basilica di San Paolo. E' allarme movida selvaggia.


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Le scene registrate dall'VIII Municipio nelle scorse settimane e soprattutto nei weekend raccontano gruppi e gruppi di giovani riuniti a divertirsi senza rispettare le regole sul distanziamento sociale. «Nell'area a ridosso della Basilica di San Paolo - scrive il Municipio - e in particolare a largo Beato Placido Riccardi e via Corinto ma anche in via Tessalonica, via Ostiense, via Gozzi, viale Giustiniano Imperatore e viale Leonardo da Vinci si formano assembramenti particolarmente rumorosi e molesti».

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Il problema non riguarda soltanto il disturbo alla quiete pubblica che pure dovrebbe essere evitato essendo previste delle sanzioni nel Regolamento di polizia urbana di Roma Capitale. «A ciò si aggiunge - prosegue la missiva dell'amministrazione municipale - che i rifiuti dei clienti restano abbandonati per le strade e le piazze aggravando già le croniche difficoltà di raccolta». A destare la maggiore preoccupazione però è il fenomeno degli assembramenti. «Il corpo della polizia locale e le forze dell'ordine - si legge ancora nella lettera - hanno provveduto ad alcuni interventi sanzionatori per il controllo delle norme "anti-assembramento" ma devono fare i conti con le disponibilità di risorse spesso concentrate per altre zone di Roma considerate di maggiore priorità». La morale è presto detta: le verifiche e i controlli in questo quadrante della Capitale vanno a singhiozzo. 





Da qui l'urgenza «di predisporre un'azione coordinata tra tutte le forze dell'ordine - conclude il Municipio - al fine di contenere gli effetti più deleteri dei fenomeni descritti e di evitare che essi possano degenerare con l'andare del tempo le condizioni di vivibilità di un intero quartiere». Fermo restando che al fianco del problema di ordine pubblico in un periodo di emergenza sanitaria si affianca anche un'altra minaccia: l'aumento di fenomeni di «microcriminalità che aggraverebbero una situazione ormai percepita come di degrado e abbandono in un'area di particolare pregio poiché limitrofa a un perimetro del sito Unesco». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero