Ignazio Marino rompe gli indugi e, dopo mesi di attesa, annuncia che non si ricandiderà per Roma. Lo fa tra la commozione dei suoi supporter riuniti alla libreria...
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Lui nega con fermezza qualsiasi futuro coinvolgimento elettorale, ma nei capannelli fuori dalla libreria il suo nome è ricorrente. «Sarà lui, Caudo, la Cattoi (questi ultimi assessori fedelissimi della giunta Marino, ndr)?», si chiedono i fan del"'marziano". Ma qualcuno ipotizza anche un ritorno in scena di Massimo Bray (ex ministro alla cultura del Governo Letta, che però già due volte ha declinato l'invito) o qualche new entry, per esempio una rappresentante della stessa Parte Civile. Da parte sua, il candidato Pd Roberto Giachetti prosegue lungo la strada del fair play: «Non ho mai polemizzato con Marino, figuriamoci ora. Bisogna pensare alla città». Con lui si schierano Bruno Tabacci (Centro Democratico) e, sembra, pure i Radicali. Marino, invece, lo attacca a testa bassa, sulla dimissioni che Giachetti non ha ancora dato dalla Camera e non solo: «Nel 2008 Rutelli non è andato bene, ora hanno scelto il capo gabinetto di Rutelli. La prossima volta cercheremo il candidato tra gli uscieri della giunta Rutelli degli anni '90....In questo momento le persone devono venire dalla società civile».
Marino parla di Giachetti ma il suo obiettivo principale è sempre lo stesso: Matteo Renzi, reo, a suo parere, di aver orchestrato la sua "defenestrazione" e innescato il gap di democrazia a Roma.
Il Messaggero