A 13 anni giocava a fare lo spacciatore a scuola. Con un mucchio di erba legale, di quelle vendute in qualche canapa shop di Roma, nascosta dentro lo zaino. A ricreazione, tra...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Lui, terza media, la barba appena accennata, voleva farsi grande di fronte agli amichetti. «Guarda qua, ho roba buona», avrebbe spifferato tra i banchi. Solo che la voce si è sparsa un po’ troppo e non solo tra gli studenti, in fila per avere un po’ di quella marijuana light, quella cioè con Thc inferiore ai limiti di legge (che comunque non può essere venduta ai minorenni). Ma anche tra gli insegnanti che l’hanno sorpreso a distribuirla. Apriti cielo. Genitori convocati d’urgenza, ragazzini rimandati a casa, riunioni con il preside. «A scuola gira la droga», l’allarme condiviso sui gruppi Whatsapp delle mamme. Poi il dietrofront: «Era cannabis legale, il ragazzino non voleva né venderla né fumarla». E poco importa che il Consiglio superiore di Sanità quest’estate volesse fermarne la vendita perché «non può esserne esclusa la pericolosità». È andato tutto in fumo.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero