Roma, combattimenti tra galli e scommesse clandestine nei parchi della Capitale

Roma, combattimenti tra galli e scommesse clandestine nei parchi della Capitale
I filippini amano il poker, ma fanno anche combattere clandestinamente i galli nei parchi di Roma Nord. Per i cinesi conta solo il business e vanno pazzi per i dadi. Le comunità...

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I filippini amano il poker, ma fanno anche combattere clandestinamente i galli nei parchi di Roma Nord. Per i cinesi conta solo il business e vanno pazzi per i dadi. Le comunità bengalesi e pakistane hanno un approccio più ludico, un sistema attraverso cui emanciparsi visti i rigidi divieti in vigore nei loro Paesi d'origine. I nordafricani sono fissati con slot e videolotteries, come chi proviene dall'Europa dell'Est che, però, ha anche il vizio del Gratta e vinci.




È la prima fotografia – scattata da Agipronews, agenzia leader nel settore – sul gioco illegale degli stranieri a Roma. Un giro d'affari milionario, un sistema radicato dalle periferie al Centro cui le forze dell'ordine cercano di far fronte con retate e controlli. Nel 2013, secondi i dati forniti dalla Questura, sono state 23 le operazioni contro il gioco clandestino effettuate sul territorio: dieci i sequestri di bische, circoli privati e abitazioni, sette le denunce per reati gravi, ventidue le sanzioni più leggere.



LA CLASSIFICA

Sono gli orientali, cinesi soprattutto, a guidare questa originale classifica. Ed è piazza Vittorio il loro quartiere generale trasformato in una sorta di Wall Street fuorilegge. Il giocatore cinese ha come «unico scopo quello di vincere, il divertimento non è contemplato», racconta Feng, nel gaming da una vita. Imparano fin da bambini, per strada, con dadi e carte. Difficile che un giocatore cinese punti sulla Serie A, la Premier League o la Bundesliga. Guarda più ai grandi eventi, come i Mondiali, e le cifre messe sul piatto sono generalmente astronomiche (in alcuni casi anche 100 mila euro per partita). Un business coltivato anche in circoli ristretti - e chiaramente illegali - in forte concorrenza tra loro riservati esclusivamente alla comunità. In questo caso i pezzi forti diventano il poker in modalità cash, i dadi, e il tradizionale mahjong.



GLI ANIMALI

Giocare è una specie di affermazione della propria forza e della propria abilità: questa in sostanza la storia della comunità filippina. «Tendiamo a giocare ovunque, dalle agenzie autorizzate ai parchi, ma anche per strada», racconta Nimuel, che a Roma si guadagna da vivere facendo il cameriere. Piazza Mancini e il laghetto all'Eur sono due dei centri nevralgici per il gioco della sua comunità che punta su qualsiasi cosa. Scommesse, ippica, slot, poker e scommesse virtuali sono il pane quotidiano, ma c'è anche un ricco background tradizionale (anche in questo caso illegale), esportato dal paese di origine. Il combattimento di galli, allevati appositamente, è uno degli “sport” più popolari e cruenti. Le gare sono organizzate nei parchi di Roma Nord. L'allevamento dei galli - una razza particolare, più grande della media - è una procedura lunga e paziente: vengono allenati al combattimento, nutriti con carne e sangue e tenuti preservati da occhi indiscreti. Combattimenti violenti, violentissimi.



EST E AFRICA

I giocatori provenienti dall'Africa centrale hanno poca dimestichezza con il gioco. Le scommesse sono in assoluto le più gettonate. Luca, proprietario di un'agenzia sulla Casilina, spiega: «L'investimento è sempre minimo - spesso solo 2 euro, la cifra di base per giocare - ma la potenziale vincita è sempre altissima, anche fino a 10 mila euro». Più studiato è invece l'approccio dei giocatori nordafricani, dediti anche a slot e videolotteries e in qualche caso anche a tornei non autorizzati di dama tradizionale. Chi viene dall'Europa dell'est ama scommesse, Gratta e vinci, ma soprattutto slot e videolotteries.



LEGALITÀ


Solo divertimento, nessun business. La comunità bengalese e quella pakistana hanno in comune l'approccio morbido al mondo del gioco. Rakesh, 25enne del Pakistan, racconta: «Da noi, ma anche in Bangladesh, giochi e scommesse sono una realtà completamente sconosciuta». In entrambi i paesi il gaming è severamente proibito: ogni tentazione è soppressa e punibile anche con il carcere duro. L'offerta di giochi disponibile in Italia, legale e autorizzata, diventa così un modo per emanciparsi dai divieti imposti per motivi politici o religiosi. «La quasi totalità delle nostre comunità gioca solo nel circuito legale - racconta Rakesh - la soddisfazione è appunto poter giocare senza il rischio di violare la legge». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero