Roma, «Comune in affanno sui conti»: ultimatum alla Raggi sui salari

Roma, «Comune in affanno sui conti»: ultimatum alla Raggi sui salari
Da una parte «l'affanno», ammesso dall'assessore Andrea Mazzillo, per chiudere il bilancio di previsione. Dall'altra la vertenza del salario accessorio che...

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Da una parte «l'affanno», ammesso dall'assessore Andrea Mazzillo, per chiudere il bilancio di previsione. Dall'altra la vertenza del salario accessorio che non si è ancora sbloccata, anzi è arrivata alla fase dell'ultimatum: «Se non sarà sbloccato entro il 3 novembre, arriveremo fino allo sciopero generale, intanto va avanti la class action», annuncia, tra gli altri, Giancarlo Cosentino della Cisl. Salari accessori e bilancio sono due temi che «si parlano» e che guardano al primo e vero problema per la giunta Raggi: quello dei conti.


La soluzione del Comune per tornare a pagare il contratto decentrato e saldare il debito da 340 milioni con il Mef per i premi distribuiti a pioggia ai dipendenti capitolini (dal 2008 l 2013) passa dal piano di rientro. Il M5S vorrebbe attingere dai risparmi imposti dal Governo con il Salva Roma per mettere al riparo il fondo del salario accessorio, che altrimenti finirebbe svuotato per almeno 3 anni. In questa partita di giro c'è anche un'altra incognita: si chiama Ministero dell'Economia, a cui il Comune chiede 220 milioni di spazi di patto di stabilità per coprire i debiti fuori bilancio.

Agenda alla mano, sono gli stipendi dei 23mila dipendenti capitolini il primo ostacolo. I sindacati sono attendisti, ma hanno già fissato il paletto del 3 novembre. «La mobilitazione rimane», annuncia Natale Di Cola della Cgil. «Ci aspettiamo una soluzione, in negativo o in positivo, ma comunque ultimativa», rilancia Francesco Croce della Uil. In attesa di trovare una soluzione organica ai conti, il Campidoglio si porta avanti. Almeno negli annunci.

IL PROGETTO
Bilancio online e accessibile a tutti, praticamente in tempo reale, a partire dal prossimo: è l'obiettivo di open bilancio, l'iniziativa presentata da Virginia Raggi, con gli assessori al bilancio, Andrea Mazzillo, e alla semplificazione, Flavia Marzano. «La nostra amministrazione si dota di questo innovativo strumento affinché tutti i dati di bilancio siano leggibili e fruibili anche dai non addetti ai lavori - sottolinea la sindaca - Non era mai accaduto in passato, per la prima volta si può toccare con mano la trasparenza non solo formale ma intesa come accessibilità e comprensibilità dei dati». In particolare non sarà più necessario aspettare i 15 mesi previsti dalla legge per la pubblicazione del bilancio da parte del ministero degli Interni. Ma la manovra di previsione 2017, anche se potenzialmente più trasparente, resta un percorso pieno di ostacoli. A partire dai tempi: per arrivare all'approvazione definitiva entro il 31 dicembre, come previsto dalle norme, bisognerebbe far partire l'iter molto presto, con il primo via libera in giunta nella prima metà di novembre. Un obiettivo al momento molto difficile da raggiungere. «Come molte amministrazioni siamo un po' in affanno sui tempi del previsionale ma solo perché siamo al primo anno in cui sono entrati in vigore il nuovi principi di armonizzazione contabile - sostiene Mazzillo - Ma ci stiamo lavorando».

I TAGLI

Sul bilancio pesa però soprattutto l'incognita dei tagli alla spesa corrente che, per evitare un nuovo squilibrio nei conti, potrebbero superare i 300 milioni di euro. L'amministrazione capitolina ha chiesto al Governo una scialuppa di salvataggio da 220 milioni ed evitare il commissariamento. I primi segnali provenienti dal ministero dell'Economia non sono incoraggianti: il Comune deve portare a termine autonomamente quella riduzione della spesa corrente indispensabile a mettere definitivamente in sicurezza i conti. Inoltre, i margini di manovra possibili - anche qualora io Mef decida per il via libera alle richieste provenienti dal Campidoglio - non dovrebbero superare i 150 milioni.
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Il Messaggero