Sotto alle luci di periferia che cantava Baglioni, uno che da queste parti ci è cresciuto, sembra una serata normale, come da un paio d’anni a questa parte. Otto di...
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Roma, rogo Centocelle: raccolta fondi per aiutare il Baraka, 70 donazioni in poche ore
Roma, incendio al Baraka Bistrot a Centocelle. Il proprietario: «Non riapro più»
La movida che ha cambiato faccia a questa borgata di Roma Sud una vetrina alla volta. È il «nuovo Pigneto» o il «nuovo San Lorenzo», dice chi viene da queste parti. «E si trova pure parcheggio», che non è fattore da poco quando tocca decidere dove fare serata. «A qualcuno tutto questo dà fastidio, evidentemente. Vogliono che Centocelle torni com’era prima, le serrande abbassate dopo le 7, solo certi personaggi in giro...», dice per esempio Giulia, 25 anni, mentre smista i sushi di carne al 76/A di via delle Palme, luci soffuse, locandine di vecchi film alle pareti. «Qui difronte c’era solo una bisca.
«NON È TORBELLA» «Abito qui da ‘92 e non dico che prima era come Tor Bella Monaca, ma insomma...», racconta Marco Zampilli, 36 anni, gestore del “Ru. de”, nome che gioca un po’ con l’inglese, effetto coatto-glam, dietro al bancone esperti di cocktail - “bartender” - recensiti sui siti specializzati. «Il 20 dicembre festeggiamo un anno. E non viene solo la gente del posto, vengono tutti». Come chi dalle sei del pomeriggio si mette in coda davanti all’Ombralonga, shottini di superalcolici a 2 euro e 50, tanti universitari di Tor Vergata. «Si sono dovuti spostare - ci racconta una ragazza sulle seggiole esterne della nuova location - perché il posto di prima era diventato piccolo». Troppa gente. “PIZZO” E PUSHER Certo, c’è il racket, dice qualcuno sottovoce. C’è lo spaccio, nel parco davanti al Forte Prenestino. Anche se da qualche giorno, con la volante fissa davanti all’entrata, non si vedono strani movimenti. «Ma di solito c’è il coprifuoco», confida chi abita nei paraggi. Ma solo lì o quasi. Tutto intorno c’è tanto altro che si sparge e cresce, tanto divertimento a buon mercato ma, per chi vuole e può, anche con la patina trendy. E ci sono tante giovani coppie che si trasferiscono dalle palazzine residenziali dove abitavano coi genitori - la chiamano gentrification - e si mescolano agli arabi e ai cinesi che cambiano le insegne ai negozi. La nuova vita di Centocelle, un’ex periferia che cambia alla svelta e che non sembra rassegnarsi a fermare la giostra delle serate allegre. Ma un po’ di paura, guardandosi intorno, c’è. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero