Roma, subaffitta la casa popolare: truffa da 15mila euro

Roma, subaffitta la casa popolare: truffa da 15mila euro
Hanno trasformato la casa popolare in un alloggio privato, subaffittandola ad altri inquilini. Ora, dopo aver perso la casa, rischiano di essere condannati da due a sette anni per...

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Hanno trasformato la casa popolare in un alloggio privato, subaffittandola ad altri inquilini. Ora, dopo aver perso la casa, rischiano di essere condannati da due a sette anni per aver percepito indebitamente affitti dagli inquilini abusivi. Circa 14mila euro, che sono costati l'accusa di truffa aggravata ad una coppia di italiani nel processo di fronte al giudice monocratico tuttora in corso. Formalmente l'immobile, che si trova a Lavinio nel quartiere Zodiaco, era stato assegnato ad un 69enne originario della provincia di Salerno. Nella realtà, però, l'uomo, che da tempo aveva perso i requisiti economici per la sussistenza del diritto all'abitazione popolare, invece di segnalare la cosa e restituire le chiavi all'ente proprietario, l'ex istituto Inpdap, permettendo così l'ingresso nella casa di una famiglia bisognosa in graduatoria, aveva continuato ad utilizzare l'appartamento, senza abitarlo, in maniera illegittima, subaffittandolo in nero, attraverso un vero e proprio raggiro, molto diffuso, scoperto dai finanzieri della compagnia di Nettuno.


Secondo l'accusa, rappresentata nell'udienza dello scorso giovedì dal Pm d'aula Cinzia dell'Aglio, l'uomo dapprima avrebbe «omesso di comunicare all'ente proprietario il venir meno dei requisiti dell'assegnazione», continuando a servirsi dell'appartamento di via dell'Acquario. Mentre la donna, una 61enne originaria di Anzio, come si legge nel capo d'imputazione, avrebbe «comunicato falsamente all'Inpdap di risiedere nell'alloggio, al fine di subentrare nella titolarità dell'assegnazione».

IL RAGGIRO

Grazie a questo stratagemma, la 61enne avrebbe «procurato a se un ingiusto vantaggio derivante dalla illegittima assegnazione dell'alloggio e conseguente abusiva locazione dell'immobile». Per la procura non ci sono dubbi: quella messa in piedi dai due sarebbe stata una vera e propria truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, un reato che prevede una pena da due a sette anni di reclusione. L'appartamento, infatti, invece di essere abitato dalla nuova inquilina, subentrata, tra l'altro, in maniera irregolare, era stato affittato ad altre due donne, che fra il maggio del 2007 e l'agosto del 2012, avevano pagato canoni per circa 14mila euro.
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Il Messaggero