Roma, lascia il cane in auto per ore senza aria né acqua: condannato a sei mesi

Roma, lascia il cane in auto per ore senza aria né acqua: condannato a sei mesi
Aveva abbandonato il cane in macchina per diverse ore, sotto il sole cocente, senza acqua e senza aria. Ora dovrà prestare servizio un giorno a settimana presso un istituto...

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Aveva abbandonato il cane in macchina per diverse ore, sotto il sole cocente, senza acqua e senza aria. Ora dovrà prestare servizio un giorno a settimana presso un istituto psichiatrico per sei mesi, dopo la sospensione della pena. Si è chiusa così ieri mattina di fronte al giudice monocratico la vicenda giudiziaria di un 60enne romano, finito sotto processo per maltrattamento di animali. A denunciare l'uomo, un ex cacciatore, erano state due guardie zoologiche, che nel febbraio del 2014 avevano soccorso il cucciolo di segugio che viveva prigioniero nel bagagliaio di una piccola utilitaria, parcheggiata in via Gaverina, nel quartiere Palmarola, periferia ovest. Il cane, visibilmente magro e affetto da «rachitismo agli arti posteriori», era costretto a vivere, fra le zecche e la propria urina, in un piccolo trasportino dalle ridotte dimensioni.


Non aveva la possibilità di bere, mangiare o di espletare i bisogni fisiologici, in condizioni, quindi, «incompatibili - come si legge nel capo di imputazione - con la natura dell'animale e produttive di gravi sofferenze».

Il padrone, una volta sorpreso, aveva provato a giustificarsi: «Mi sono allontanato solo qualche minuto». Ma le tante testimonianze raccolte dagli agenti di polizia intervenuti sul posto insieme ai volontari dell'Enpa, l'ente nazionale protezione animali, allertata dai continui ululati ascoltati dai residenti, hanno permesso di ricostruire la vicenda. «Sembrerebbe che tranne per brevi passeggiate - si legge nella denuncia - l'uomo costringa a vivere il cane nel piccolo trasportino». Tanto che il piccolo segugio, una volta liberato, «ansimava e appariva assetato, con postura delle zampe posteriore e deambulazione anomala». Per il segugio, ricoverato presso il canile comunale, dopo l'inferno è subito iniziata una nuova vita, più dignitosa. Mentre per il sessantenne, a distanza di quattro anni dai fatti, ieri è arrivata la decisione del giudice monocratico, che ha sospeso la pena, disponendo come la sua messa alla prova. Per sei mesi l'ex cacciatore dovrà prestare servizio gratuitamente presso un istituto psichiatrico una volta a settimana.
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Il Messaggero