OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Una gelosia morbosa e reciproca, alla base di un rapporto sentimentale tossico, come si dice in questi casi. Lui è un avvocato praticante, alle prese con una carriera tutta da costruire. Lei per quattro anni è la sua fidanzata.
Una relazione imperniata sui litigi fin dai primi attimi. Le discussioni seguono però una spirale criminale che avrebbe portato ai maltrattamenti, agli atti persecutori e persino alla violenza sessuale, reati per i quali F. T. è a giudizio di fronte alla prima sezione del tribunale collegiale. Stando alla testimonianza della vittima, che nel processo non si è costituita parte civile, lui le avrebbe persino offerto dei soldi per convincerla ad avere rapporti quando non voleva, nonostante fossero fidanzati. «Dalle dichiarazioni riscontrate e dalla corposa produzione documentale - sostiene il pubblico ministero - viene fuori l’indole particolarmente aggressiva e l’incapacità di controllare le pulsioni dell’imputato». Per questo il pm ha chiesto nei confronti dell’aspirante avvocato, classe 1994, 5 anni e 6 mesi di reclusione.
LA STORIA
È l’estate del 2015, quando i due s’innamorano e iniziano a vivere la loro storia.
Nel capo di imputazione, un lungo elenco di maltrattamenti. Durante un viaggio di ritorno da Parigi, per esempio, tra i due è scoppiato un battibecco, i toni si sono alzati, gli animi si sono scaldati, fino a quando F. T. all’improvviso le avrebbe tirato una testata. O ancora, un’altra occasione lei si sarebbe trovata costretta a difendersi usando le unghie, perché l’aspirante avvocato le sarebbe saltato addosso.
LA DISCUSSIONE
«Dire che la loro relazione era burrascosa, è un cortese eufemismo», commenta durante la discussione Massimo Biffa, l’avvocato difensore dell’imputato. Nel corso dell’arringa il legale non esita a definire come «intrisa di gelosia» la storia d’amore tra il suo assistito e la ragazza. «Una gelosia forte, si può dire morbosa, che a tratti lambisce la patologia», che, per la difesa, è soprattutto la ragazza a manifestare. All’epoca dei fatti l’imputato lavorava in un locale e ancora sembrava essere lontano dalla strada della giurisprudenza. «Non potevo far entrare ragazze nel locale, sapevo che lei mi avrebbe creato problemi», ha raccontato F. T. nel corso del procedimento. Secondo la difesa dell’imputato la vittima avrebbe offeso più volte e in modo decisamente pesante le amiche storiche di lui, solo perché gelosa. E ancora: in un’occasione lei si sarebbe presentata a Praga, città dove lui era in viaggio con degli amici, per controllarlo. Adesso sta al Tribunale stabilire cosa sia realmente successo: la sentenza è attesa per giovedì 8 giugno.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero