Praticante avvocato e stalker a processo anche per violenza sessuale. Il pm: «Incapace di controllo»

Chiesti 5 anni e mezzo. La vittima: «Voleva pagarmi per avere rapporti anche quando non mi andava»

Praticante avvocato e stalker a processo anche per violenza sessuale. Il pm: «Incapace di controllo»
di Andrea Noci
4 Minuti di Lettura
Lunedì 5 Giugno 2023, 23:49

Una gelosia morbosa e reciproca, alla base di un rapporto sentimentale tossico, come si dice in questi casi. Lui è un avvocato praticante, alle prese con una carriera tutta da costruire. Lei per quattro anni è la sua fidanzata.

Perugia, l'ingegnere con la faccia da bambino che diventa stalker: si innamora di una 12enne e la perseguita

Una relazione imperniata sui litigi fin dai primi attimi.

Le discussioni seguono però una spirale criminale che avrebbe portato ai maltrattamenti, agli atti persecutori e persino alla violenza sessuale, reati per i quali F. T. è a giudizio di fronte alla prima sezione del tribunale collegiale. Stando alla testimonianza della vittima, che nel processo non si è costituita parte civile, lui le avrebbe persino offerto dei soldi per convincerla ad avere rapporti quando non voleva, nonostante fossero fidanzati. «Dalle dichiarazioni riscontrate e dalla corposa produzione documentale - sostiene il pubblico ministero - viene fuori l’indole particolarmente aggressiva e l’incapacità di controllare le pulsioni dell’imputato». Per questo il pm ha chiesto nei confronti dell’aspirante avvocato, classe 1994, 5 anni e 6 mesi di reclusione.


LA STORIA
È l’estate del 2015, quando i due s’innamorano e iniziano a vivere la loro storia. L’infatuazione iniziale lascia fin da subito spazio alle liti, raccontate in aula sia dalla vittima che dall’imputato, oltre che da diversi amici della coppia, abituati a vederli insieme in atteggiamenti sopra le righe e chiamati a testimoniare. La relazione, che secondo la vittima sarebbe stata costellata da maltrattamenti, da persecuzioni e violenze, finisce nei primi mesi del 2019, quando lei decide di lasciarlo. Non ce la fa più e così in marzo sporge una denuncia - poi integrata in aprile - nella quale racconta tutte le vessazioni subite. Una decisione che non affronta a cuor leggero. «Quando si è rivolta alle forze dell’ordine per sporgere querela era in uno stato di forte prostrazione», racconta il pm titolare del procedimento nella requisitoria.


Nel capo di imputazione, un lungo elenco di maltrattamenti. Durante un viaggio di ritorno da Parigi, per esempio, tra i due è scoppiato un battibecco, i toni si sono alzati, gli animi si sono scaldati, fino a quando F. T. all’improvviso le avrebbe tirato una testata. O ancora, un’altra occasione lei si sarebbe trovata costretta a difendersi usando le unghie, perché l’aspirante avvocato le sarebbe saltato addosso.


LA DISCUSSIONE
«Dire che la loro relazione era burrascosa, è un cortese eufemismo», commenta durante la discussione Massimo Biffa, l’avvocato difensore dell’imputato. Nel corso dell’arringa il legale non esita a definire come «intrisa di gelosia» la storia d’amore tra il suo assistito e la ragazza. «Una gelosia forte, si può dire morbosa, che a tratti lambisce la patologia», che, per la difesa, è soprattutto la ragazza a manifestare. All’epoca dei fatti l’imputato lavorava in un locale e ancora sembrava essere lontano dalla strada della giurisprudenza. «Non potevo far entrare ragazze nel locale, sapevo che lei mi avrebbe creato problemi», ha raccontato F. T. nel corso del procedimento. Secondo la difesa dell’imputato la vittima avrebbe offeso più volte e in modo decisamente pesante le amiche storiche di lui, solo perché gelosa. E ancora: in un’occasione lei si sarebbe presentata a Praga, città dove lui era in viaggio con degli amici, per controllarlo. Adesso sta al Tribunale stabilire cosa sia realmente successo: la sentenza è attesa per giovedì 8 giugno.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA