Fregene, è allarme erosione: spariti metri di spiaggia. E in alcuni stabilimenti crollano le cabine

La costa di Fregene sud in ginocchio. Allo stabilimento La Perla (nella foto e sul fondo il Point break) continuano a crollare le cabine sotto i violenti colpi dei marosi e la...

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La costa di Fregene sud in ginocchio. Allo stabilimento La Perla (nella foto e sul fondo il Point break) continuano a crollare le cabine sotto i violenti colpi dei marosi e la forte erosione ha aggredito da diversi mesi anche la piscina. Davanti alla struttura balneare non c’è più arenile ma solo pericolosi cumuli di materiale edile. A rischio anche il Point break costretto a realizzazione di una rudimentale palizzata, con pali di castagno, che le onde però aggirano a tal punto da erodere sotto il capanno.  In grossa difficoltà anche gli stabilimenti: Tirreno, Capri, Rivetta, La nave e La vela che non hanno più spiaggia e i marosi arrivano pericolosamente a lambire le strutture sull’arenile.


L’allarme lanciato dagli operatori balneari all’inizio dell’anno, all’indirizzo di Regione e comune di Fiumicino, non è servito a molto perché ancora non sono partiti gli interventi tampone a protezione della costa. Era stata infatti concordata la posa di un “geotubo”, una sorta di sacco cilindrico con all’interno sabbia, a circa 50 metri dalla riva, per arrestare l’avanzata del fenomeno erosivo in attesa del varo di un concreto progetto a cui affidare la ricostruzione di oltre 800 metri di costa, attraverso finanziamenti disponibili solo il prossimo anno.  Nelle lapidario quadro dei crolli c’è da inserire anche quello di parte la sponda destra alla foce del canale di bonifica delle acque alte, che separa di fatto  il territorio di Focene da quello di Fregene.


«Il progetto di ripascimento morbido con l’utilizzo del geotubo non sappiamo che fine abbia fatto – precisa con tono deluso Luca Pacitto del Point e a nome dei balneari -. La Regione, però, ci ha proposto una sorta di convenzione capestro, che dovrà essere firmata dai concessionari interessati agli interventi tampone, in cui dobbiamo assumerci la responsabilità dei danni se l’erosione avanzerà negli anni lungo il litorale nord, una volta ovviamente fatti i lavori. Siamo veramente allibiti». Gli operatori sono ormai senza parole davanti all’immobilità della Regione e sul comportamento dell’amministrazione del Comune costiero. «Visto che veniamo ignorati – conclude Pacitto – stiamo cercando di smontare le strutture in spiaggia oramai prossime a essere abbattute dall’avanzata del mare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero