Per liberarla dal peso dell'albero erano dovuti intervenire i vigili del fuoco con le motoseghe. Con un braccio penzoloni, il bacino fratturato, schiacciata dal tronco, Altea...
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IL CALVARIO
È stata prima ricoverata al Sant'Eugenio e poi al San Raffaele. Tre mesi inchiodata al letto, lontana dal figlio. Mentre Daniel voleva la mamma ed era terrorizzato dal buio e dal vento. Non perché quella giornata fosse particolarmente ventosa. «Temeva il fruscio, il fischio, lo schianto dell'albero», ricostruisce Altea. «È rimasto scioccato». «Ha bisogno di coccole e rassicurazioni Daniel, ma a malapena posso prenderlo in braccio - aggiunge - Al lavoro poi, faccio la commessa, devo restare tutto il turno in piedi col busto. Ora voglio giustizia e che qualcuno paghi per quello che è successo». Il pm Maria Bice Barborini procedeva per due reati: danneggiamento e lesioni. Il primo è stato archiviato: il pino aveva colpito anche le auto parcheggiate, ma nessuno ha fatto denuncia. Mentre il fascicolo per le lesioni è stato dirottato al giudice di pace. «Quello che è accaduto è gravissimo tanto in fatto quanto in diritto - dice l'avvocato Alessandro Pietrini - È pazzesco che una passeggiata possa trasformarsi in tragedia per la negligenza e l'incuria di chi ha il dovere di svolgere la manutenzione». Resta, intanto, da accertare di chi sia la responsabilità. Eur S.p.A., proprietaria del terreno, ha chiarito di «aver concesso l'area a un terzo nel 2008».
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Il Messaggero