Albano Laziale, maxi evasione fiscale: fatture false per 55 milioni, 17 persone denunciate

Albano Laziale, maxi evasione fiscale: fatture false per 55 milioni, 17 persone denunciate
Per abbattere il reddito imponibile ed evadere l'Iva, avevano orchestrato un vorticoso giro di fatture false, ammontante ad oltre 55 milioni di euro, nell'ambito di un...

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Per abbattere il reddito imponibile ed evadere l'Iva, avevano orchestrato un vorticoso giro di fatture false, ammontante ad oltre 55 milioni di euro, nell'ambito di un consorzio di società cooperative di Albano Laziale operanti nel settore delle pulizie e del facchinaggio, affidate a «teste di legno» compiacenti.




La colossale frode è stata smascherata dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma al termine di alcune verifiche fiscali durate oltre un anno, che hanno permesso di scoprire l'omesso versamento di Iva per oltre 15 milioni di euro e l'impiego di ben 185 lavoratori irregolari da parte di 8 società cooperative. Durante gli accertamenti delle Fiamme Gialle della Compagnia di Velletri, è emersa la regia di due insospettabili dominus che avevano escogitato un piano evasivo semplice ed efficace attraverso lo scambio di false fatture, per cessioni di beni o prestazioni di servizi inesistenti emesse dalle stesse cooperative consorziate, in funzione delle esigenze di ridimensionamento dei redditi di ciascuna impresa.



Al fine di beneficiare del regime di esenzione fiscale per i compensi relativi alle trasferte, le cooperative consorziate simulavano, inoltre, l'impiego fuori sede dei loro soci-lavoratori, nonostante questi non si spostassero dal posto di lavoro.



Sono 17, tra prestanomi e amministratori di fatto, le persone denunciate alla Procura della Repubblica di Velletri per i reati di frode fiscale con fatture false ed omesso versamento delle ritenute fiscali e dell'Iva.



Gli elementi raccolti hanno permesso al Pubblico Ministero inquirente di richiedere dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Velletri l'emissione di un provvedimento di sequestro

preventivo ai fini della confisca «per equivalente», di beni nella disponibilità degli organizzatori della truffa per un valore complessivo di circa 200.000 euro.



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Il Messaggero