RIETI - «L’inciviltà si può manifestare in tanti modi, certamente il peggiore è quello che offende la memoria dei morti. Il quartiere...
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«Oltre il crescente problema della tossicodipendenza, l’incuria degli spazi pubblici, sta diventando una vera e propria emergenza. Il monumento ai caduti dell’Eccidio delle Fosse Reatine, ne è la prova tangibile. Bottiglie di alcolici lasciate al suo interno e sporcizie di ogni genere, sono ormai all’ordine del giorno nel luogo dove quindici partigiani persero la Vita per la nostra Libertà».
«Procura dolore vedere tanta mancanza di rispetto per un luogo, tra l’altro posto dinanzi l’ingresso della Chiesa, che dovrebbe rappresentare per l’intera collettività, un presidio di memoria da difendere. Tra i morti di quel terribile nove aprile 1944, anche il giovanissimo Giannantonio Pellegrini Cislaghi, di soli sedici anni, cui è dedicata la scuola sorta dinanzi il luogo del massacro, a perenne ricordo dei valori della democrazia conquistata con il sangue, da trasmettere alle nuove generazioni, motivo per cui dovremmo indignarci ancor di più, davanti tale scempio».
«Chiedo al sindaco di Rieti - conclude Angelucci - non tanto (e non solo) di far ripulire il monumento celermente, ma di pretendere che vi siano controlli da parte dei vigili urbani, per individuare i responsabili di tanta mancanza di educazione e di senso civico». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero