Rieti, Giovanni Custodero: parte da Rieti la storia del coraggioso portiere di calcio a 5 "Vado in coma farmacologico"

Giovanni Custodero
RIETI - La sua storia ha fatto il giro d’Italia, coinvolgendo e commuovendo tutti, ed è una storia che parte da Rieti. Lui è Giovanni Custodero, portiere...

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RIETI - La sua storia ha fatto il giro d’Italia, coinvolgendo e commuovendo tutti, ed è una storia che parte da Rieti. Lui è Giovanni Custodero, portiere ventisettenne del Fasano calcio a 5. Tra le pieghe di una storia che parla di una battaglia da combattere, c’è appunto Rieti. Nasce qui Giovanni, il 31 ottobre del 1992 perché sua madre, Elena, vive in città per motivi di lavoro. Ed è proprio a Rieti che Giovanni Custodero trascorre i suoi primi quattro anni di vita: un bambino come tanti, una storia come tante.


È però proprio il lavoro di sua madre a portarlo altrove e oggi, all'età di 27 anni, vive a Pezze di Greco, frazione di seimila abitanti di Fasano (in provincia di Brindisi), città in cui gioca nella squadra di calcio a 5 in serie C2. Ma è nel 2015, all'età di 23 anni, che la sua vita cambia. Inizia ad avvertire un gonfiore alla caviglia sinistra. Nel 2016 la situazione si complica, perché gli viene consigliato di recarsi a Firenze per ulteriori accertamenti ed è qui che scopre la triste diagnosi: sarcoma osseo in stato avanzato. Una malattia terribile. Giovanni Custodero (nella foto) decide però di diventare un messaggio di speranza e lo fa affrontando la malattia con il sorriso e raccontandola sui social. La gamba sinistra amputata, poi tantissimi interventi. Non c'è modo di contenere la malattia, ma c'è sempre un modo, per lui, di amare la vita, un buon motivo per farlo. L'Italia si mobilita e lui lotta: insieme ai suoi amici indossa maglie con un elmo addosso con la scritta Basta solo aprire gli occhi e vedere più avanti delle nostre paure per accorgerci di quanto bello la vita ci da. Una lezione che ha imparato sulla sua pelle. Nelle scorse ore, però, l'annuncio sui social: «Il dolore è troppo, vado in coma farmacologico». La battaglia di Giovanni Custodero continuerà in silenzio, ma nel frastuono delle migliaia di persone che intasano il suo profilo facebook, provando a dargli forza, una parola di conforto. Una storia nascosta tra le pieghe di Rieti e diventata un punto di riferimento, un esempio da seguire per forza d'animo e voglia di combattere. Un passo avanti alle paure di tutti noi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero