Rieti, dipendente dell'ospedale muore di amianto: esposto alla procura della Repubblica

Rieti, dipendente dell'ospedale muore di amianto: esposto alla procura della Repubblica
RIETI - Mario Nicoletti, dipendente della Asl di Rieti dal 1979 al 1993, con la mansione di aiuto manutentore-idraulico presso l'ospedale di Rieti, è deceduto per...

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RIETI - Mario Nicoletti, dipendente della Asl di Rieti dal 1979 al 1993, con la mansione di aiuto manutentore-idraulico presso l'ospedale di Rieti, è deceduto per mesotelioma da amianto l'1 marzo 2016, e ora la figlia Laura ha depositato un voluminoso dossier e una denuncia con la quale chiede che la Procura della Repubblica di Rieti renda giustizia al genitore deceduto.


«Quello di Mario Nicoletti - dichiara l'avvocato Ezio Bonanni, presidente dell'Osservatorio nazionale amianto (Ona) e legale della famiglia - è uno dei tanti mesoteliomi che abbiamo, purtroppo, dovuto registrare tra coloro che lavorano oppure hanno lavorato negli ospedali. Infatti presso l'ospedale di Rieti è stato presente amianto fino ai tempi più recenti, anzi, le bonifiche non sono ancora terminate e purtroppo a farne le spese sono i dipendenti».

Il voluminoso dossier, raccolto dall'Osservatorio nazionale
amianto, è costituito anche dalla relazione del professor Giuseppe Battista, professore di medicina del lavoro presso l'Azienda ospedaliera Universitaria Senese, il quale, riferendosi al signor Nicoletti, evidenzia come questi sia stato esposto per aver «lavorato come aiuto manutentore-idraulico presso l'ospedale di Rieti, ciò perché la sua mansione prevedeva attività di manovalanza e supporto durante i lavori di decoibentazione e coibentazione di vari tratti di tubazione o di parti di serbatoi e caldaie in occasione di interventi svolti da altri dipendenti. Le coppelle di copertura dei tubi, verosimilmente in materiale contenente amianto, venivano demolite a colpi di martello; inoltre le fasce in amianto che ricoprivano i tubi di diametro inferiore venivano, invece, aperte con apposite forbici da lavoro. Le lavorazioni avvenivano a secco in ambiente confinato ed attività si svolgeva in assenza di sistemi di aspirazione e generalmente senza uso di apparecchi di protezione per le vie respiratorie».


Per l'Ona «è proprio il dato epidemiologico ad impressionare, e sorprende che la Asl di Rieti si sia preoccupata del problema amianto soltanto dopo le sollecitazioni dell'Osservatorio nazionale amianto, tanto è vero che il programma di bonifica è stato disposto soltanto a partire dall'estate del 2016, come dimostrano gli atti acquisiti dall'Ona» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero