Elezioni a Fara, il lato social della campagna elettorale tra videomessaggi e profili fake

Elezioni a Fara, il lato social della campagna elettorale tra videomessaggi e profili fake
RIETI - Ha mostrato il suo lato social, la campagna elettorale. Quella lampo del 2020 a Fara Sabina sarà ricordata così: estremamente digitale. Gli incontri...

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RIETI - Ha mostrato il suo lato social, la campagna elettorale. Quella lampo del 2020 a Fara Sabina sarà ricordata così: estremamente digitale. Gli incontri tradizionali di piazza, nel rispetto delle norme anticovid ci sono stati, ma non hanno esaurito ogni aspetto della propaganda che ha avuto una forte componente virtuale.


Tutte le liste in corsa hanno creato pagine Facebook dalle quali trasmettere in diretta gli incontri sul territorio, caricare video, foto, programmi. La maggior parte dei candidati hanno illustrato le proposte alla rete e lanciato appelli a sostenerli tramite video. Persino le intenzioni di voto sono state rese pubbliche, con manifesti “copiati e incollati” a sostegno delle liste predilette. Lo scontro politico, sale della competizione elettorale, si è consumato video contro video, in un duello a distanza osservato dai naviganti che dopo averlo guardato punivano o premiavano i politici a colpi di like. Tanti i commenti, alcuni scritti da profili falsi. Già, perché neanche la “piccola” campagna elettorale farense è rimasta indette dai cosiddetti “fake”, con nomi e immagini dietro ai quali nascondersi per poter commentare (generalmente in negativo) questo o quel candidato, questo o quel progetto politico.

C’è chi pensa che sia stato il Covid a metterci lo zampino. Forse un po’, ma la questione è più complessa. Sono anni che la partecipazione dei cittadini, ai temi politici, amministrativi e sociali, ha cambiato caratteri. Da molto prima del Covid, la gente, specie nei centri più grandi, ha sostituito il bar con lo schermo del computer vendendo nell’idea di Mark Zuckerberg di creare Facebook la possibilità di accedere a numerose informazioni, in maniera immediata, e dire la propria, spesso senza filtri. Come al bar ma con la facilitazione di farlo sfuggendo il confronto reale. Aspetto che in una campagna elettorale, si traduce nella crescita esponenziale di partecipazione, da un lato, e di creare scontri e veleni, dall’altro.


E giù via a commentare, conteggiare like e followers, analizzare i pollici alzati a questo o quel candidato. Confronti serrati sui movimenti delle pagine, sulle visualizzazioni dei video che si trasformano in dati statici da interpretare, smontare, analizzare. Fino all’ultimo. Quando arrivano i dati reali: scritti a matita sulla scheda elettorale. E giù via a commentare, conteggiare… Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero