Vaccini, a Padova e Bologna oltre 200 bimbi «no vax» esclusi dall'asilo

Vaccini, a Padova 70 bimbi «no vax» esclusi dall'asilo
Sono una settantina i bambini non vaccinati che ieri non si sono presentati al primo suono della campanella negli asili nido e nelle scuole materne di Padova. ...

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Sono una settantina i bambini non vaccinati che ieri non si sono presentati al primo suono della campanella negli asili nido e nelle scuole materne di Padova.


Solo nelle strutture comunali, le assenze legate alle inadempienze sui vaccini sono state una ventina: «Questi bambini non possono entrare a scuola - conferma Cristina Piva, assessore comunale alle Politiche scolastiche a Padova -. I posti verranno mantenuti fino a ottobre, come se il bambino fosse in malattia. Poi, se le famiglie non avranno fatto quanto richiesto, assegneremo il posto al bambino successivo in graduatoria. Le famiglie erano state avvisate quest'estate e nessuno ha protestato, anzi, qualcuno è venuto a scuola con nonni e baby sitter perché sapeva già che sarebbe tornato indietro».

In attesa di novità legislative, dunque, il Comune di Padova segue le disposizioni della legge Lorenzin: «Il ministro Grillo - dice Piva - aveva detto che per i nuovi iscritti basta l'autocertificazione e noi ci siamo adeguati, ma alcuni non hanno presentato neanche quella. In pratica siamo di fronte a un'autoesclusione. A chi dice che siamo troppo restrittivi, rispondo che la legge è una sola».

A Bologna 90 bambini sospesi ieri dalla scuola materna e altri 46 che non potranno frequentare il nido dalla prossima settimana perché non in regola col certificato vaccinale prescritto dalla legge Lorenzin: una linea che più che dura «rispetta la legge». Parola di Marilena Pillati, assessore a scuola e formazione e vicesindaca di Bologna, intervistata dall'edizione bolognese di Repubblica. «D'altra parte - aggiunge Pillati - è un anno che ne parliamo, le famiglie non possono più dire di non sapere, hanno avuto tutto il tempo per mettersi in regola». Quanto alle autocertificazioni, prosegue la vicesindaca, «le verificheremo una ad una, le persone devono sapere che dichiarare il falso è reato».
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Il Messaggero