Il G6 e Trump: due giorni di tensioni, malintesi e prove di forza

Il G6 e Trump: due giorni di tensioni, malintesi e prove di forza
”Il G6 e Trump” titolano oggi i quotidiani americani che sottolineano il paradosso di un presidente Usa che strizza l’occhio a Mosca e bastona i suoi storici...

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”Il G6 e Trump” titolano oggi i quotidiani americani che sottolineano il paradosso di un presidente Usa che strizza l’occhio a Mosca e bastona i suoi storici alleati. 


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Trump ha sin dall’inizio provato a dettare i tempi del summit e ci è riuscito anche oggi arrivando tardi alla colazione e andando via prima della fine dei lavori. Non voleva che il G7 diventasse una sorta di processo agli Usa per i dazi, e Trump in parte è riuscito nel suo intento visto che si è discusso, prima e dopo, di un tema, la possibile riammissione della Russia al G8, che non era in agenda.

Il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, dopo le spinte in avanti di ieri, si è riallineato alla posizione Europea, ma essersi schierato inizialmente con Trump su Mosca gli ha fatto guadagnare la simpatia del tycoon che lo ha invitato alla Casa Bianca.

Per il resto si è trattato di un summit ricco di tensioni, malintesi e prove di forza, con gli Stati Uniti platealmente impegnati ad indebolire il Vecchio Continente anche a costo di buttarlo nuovamente nelle braccia di Mosca. La Russia non è un competitor degli Usa. Lo è la Cina, ma l’impressione è che senza i paesi europei al suo fianco, Washington è destinata ad essere meno forte nella sfida con Pechino. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero