Rivolta contro i carabinieri che controllavano i venditori abusivi di bibite. La notte della movida torinese, ai Murazzi del Po, è stata turbata da un nuovo episodio...
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Lo ha definito «un chiaro segno di inciviltà». Alla contestazione ha partecipato una cinquantina di frequentatori dei Murazzi, sotto piazza Vittorio Veneto. Lo scopo era quello di impedire i controlli a due uomini originari del Bangladesh, di 36 e 38 anni, che stavano vendendo abusivamente bottiglie di birra. Alla vista dei militari, i due sono scattati, tra urla e lacrime, verso un gruppetto formato principalmente da giovani donne e hanno chiesto aiuto.
È scoppiata la rivolta contro i carabinieri proseguita anche quando sono arrivati i rinforzi. Dopo un'accesa discussione, i militari sono riusciti a ristabilire la calma e a riprendere il loro lavoro: alla fine dei controlli ai Murazzi e in piazza Vittorio sono state sequestrate 60 bottiglie di birra in vetro e comminate multe per 1.400 euro totali. Tra i destinatari anche i due abusivi che hanno innescato la sommossa.
E sono state avviate le indagini sull'aggressione ai carabinieri che riguarderebbe in particolare 5-6 giovani, i più esagitati. Dopo la notte di panico in piazza San Carlo, che ha causato la morte di una persona e il ferimento di oltre 1.500 la sindaca ha emesso un'ordinanza che vieta la vendita delle bibite da asporto, dalle 20 alle 6 in tutti i bar, i locali, i negozi, minimarket e i supermercati nelle zone maggiormente interessate dalla movida, «allo scopo di limitare la calca nelle strade e nelle piazze all'esterno dei locali».
Le intemperanze hanno amareggiato la sindaca: «Una Giunta - ha scritto Chiara Appendino su Fb - lavora per adottare strumenti che possano far convivere meglio le esigenze di tutti, confrontandosi con ogni parte per mesi, poi succedono episodi come questo. I cittadini che, non solo non supportano, ma si rivoltano contro le Forze dell'Ordine che contrastano i venditori abusivi sono un chiaro segnale di inciviltà. Purtroppo - ha aggiunto la sindaca - l'Italia è il Paese in cui spesso la legge si accetta solo quando tutela il proprio interesse particolare, ma non possiamo arrenderci ad un livello così basso. Il rispetto delle regole e delle libertà altrui è la base per una convivenza civile: su questo non è possibile transigere». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero