Siria, Mosca: «600 mercenari Isis verso l'Europa». Nuovi raid russi, uccisi 39 civili e 14 jihadisti

Siria, Mosca: «600 mercenari Isis verso l'Europa». Nuovi raid russi, uccisi 39 civili e 14 jihadisti
Nuovi raid aerei sono stati compiuti nelle ultime ore dall'aviazione russa anche su obiettivi non dell'Isis in Siria. Lo riferiscono l'agenzia siriana Sana e l'ong...

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Nuovi raid aerei sono stati compiuti nelle ultime ore dall'aviazione russa anche su obiettivi non dell'Isis in Siria. Lo riferiscono l'agenzia siriana Sana e l'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). Secondo lo stesso Osservatorio, almeno 39 civili sono stati uccisi nei raid russi in Siria degli ultimi quattro giorni, insieme a 14 jihadisti. Dei miliziani uccisi, 12 appartenevano all'Isis e 2 al Fronte al Nusra, la branca siriana di Al Qaida.




Oltre 600 militanti dell'Isis hanno abbandonato le loro posizioni in seguito ai raid aerei russi: lo ha reso noto Andrei Kartapolov, vice capo dello stato maggiore russo. «Nelle loro file è cominciato il panico», ha aggiunto, precisando che a disertare sono «mercenari» che ora tentano di dirigersi verso l'Europa.




Una fonte militare di Damasco citata dall'agenzia Sana parla di attacchi effettuati dai jet russi contro un centro di comando fortificato ad Al Latamneh, nella provincia centrale di Hama, dove sono presenti ribelli non jihadisti. In altri raid, aggiunge la stessa fonte, sono stati distrutti depositi di armi e munizioni nella città di Jisr al Shughur, nella provincia nord-occidentale di Idlib, controllata da una coalizione di gruppi armati islamisti tra i quali il Fronte al Nusra, la branca siriana di Al Qaida. Infine, un campo di addestramento e un deposito di armi e munizioni sono stati attaccati a Maaret al Numan, anch'essa località nella provincia di Idlib.



Da parte sua l'Ondus riferisce di incursioni di jet russi la notte scorsa su posizioni dei ribelli a Jabal al Turkman, nel nord della provincia di Latakia, il cui omonimo capoluogo è una delle roccaforti della famiglia del presidente Bashar al Assad. In questo bombardamento, secondo l'Ondus, sarebbe rimasto anche danneggiato «un ospedale affiliato a un'organizzazione medica internazionale».
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Il Messaggero