Un'espulsione illegittima. Stesso giudizio per il blitz notturno della polizia nella villa romana di Casalpalocco dove si trovava la donna alla fine del maggio dello scorso...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Era finalizzato alla cattura di Ablyazon - rileva la sentenza 17407 scritta dal consigliere Maria Picierno - e non per finalità di prevenzione e repressione dell'immigrazione irregolare. Per la Cassazione, c'è stata troppa fretta da parte delle autorità italiane: «la contrazione dei tempi del rimpatrio e lo stato di detenzione e sostanziale isolamento della donna, dall'irruzione alla partenza, hanno determinato un irreparabile vulnus al diritto di richiedere asilo e di esercitare adeguatamente il diritto di difesa».
Alla Shalabayeva non è stata nemmeno fatta la traduzione delle domande e la polizia - sottolinea la Cassazione - era a «conoscenza dell'effettiva identità della ricorrente», ossia sapeva che era la moglie di un dissidente ricercato. Quanto ai documenti della donna, la Suprema Corte osserva che il passaporto diplomatico rilasciatole dalla Repubblica Centroafricana era valido e non contraffatto, e validi erano anche i permessi di soggiorno rilasciati dal Regno Unito e dalla Lettonia.
La soddisfazione della difesa «Siamo felici di questa pronuncia che è peraltro la naturale conclusione della vicenda che accoglie tutti gli spunti e le riflessioni che avevamo, insieme al professore Cerulli Irelli sottolineato nell'atto che era all'attenzione della Corte di Cassazione». Lo afferma con l'avvocato Riccardo Olivo che ha seguito la vicenda che ha coinvolto Alma Shalabayeva, alla fine di maggio del 2013 fu espulsa dall'Italia, ritenuta illegittima dalla Corte di Cassazione «Il provvedimento della Cassazione - continua Olivo - sembra accoglere in toto le ragioni della signora Alma Shalabayeva e che finalmente ricorstruisce la vicenda per come la signora l'ha vissuta e noi l'abbiamo rappresentata a tutte le autorità con cui ci siamo interfacciati».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero