Rissa in fila dal medico, informatore scientifico picchiato a sangue da un paziente

Rissa in fila dal medico, informatore scientifico picchiato a sangue da un paziente
«Entro io». «No, c'ero prima io». Quante volte quando siamo in coda, al supermercato come dal medico o alle Poste, c'è qualcuno che fa...

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«Entro io». «No, c'ero prima io». Quante volte quando siamo in coda, al supermercato come dal medico o alle Poste, c'è qualcuno che fa il furbo e passa avanti? Dal medico di famiglia, però, a volte può succedere che a 'rubarci' il posto non sia un maleducato, ma qualcuno che ha il diritto di precedenza perché sta svolgendo il suo lavoro.


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Parliamo degli informatori scientifici del farmaco, che però spesso finiscono nel mirino di qualche paziente particolarmente suscettibile: è accaduto a Castellana Grotte, in provincia di Bari, dove un informatore è stato aggredito all'uscita di un ambulatorio medico riportando un trauma cranico e diverse lesioni, con una prognosi di 20 giorni. Dopo una discussione sulla precedenza per entrare, il paziente avrebbe avuto la meglio, ma nonostante ciò non ci avrebbe pensato due volte a picchiarlo, fermato solo dall'intervento del medico stesso.

LA SOLIDARIETÀ DALL'ORDINE DEI MEDICI A denunciare il fatto è stato il presidente della Federazione delle Associazioni degli informatori scientifici del farmaco e del parafarmaco (Fedaiisf), Antonio Mazzarella. «Piena solidarietà» dal presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli: «Questi episodi di violenza sono il sintomo di uno svilimento di tutto quello che ruota intorno al medico e alla medicina, e frutto del clima di sospetto per cui gli informatori scientifici sono visti come emissari delle industrie del farmaco, se non come corruttori». E ancora: «Alla vittima, ma anche a tutti i suoi colleghi, va il nostro sostegno - conclude Anelli - e il riconoscimento del lavoro, prezioso quanto difficile, che svolgono nell'aggiornare i medici sui farmaci, in particolare su quelli innovativi, nell'interesse dei pazienti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero