Un kalashnikov contro una matita. La violenza contro la satira. La prova che basta una vignetta ad accendere la miccia di una bomba nelle mani di chi vuole distruggere civiltà e...
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Quella matita è nostra, è l'architrave di libertà che regge - grazie a un sorriso - la capacità di guardarsi allo specchio e di combattere l’intolleranza con la tolleranza.
Sarebbe un errore pensare che questa sia una tragedia soltanto francese. Anzi, è molto più grave del terrorismo qaedista che colpì Madrid e Londra.
A Parigi si gioca una partita cruciale: è il laboratorio avanzato di un'integrazione che sta fallendo, a causa del lassez faire di decenni e di un confuso senso dell'accoglienza senza filtri, un venite purchessia.
Bisogna spegnere l'incendio e non lasciare che una matita sia la lancia spuntata di una cultura che, inerme, non oppone resistenza alla ferocia. Vogliamo continuare a pensare. Riflettiamoci bene. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero