I bombardamenti anti Isis sono «uno degli strumenti possibili, ma guai a farlo diventare lo strumento. Oggi non c'è questa discussione in campo. Il tema è che le esigenze...
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Abbiamo paura di dire che l'Italia è in guerra? «Il terrorismo non è questione di parole. Siamo di fronte a un fenomeno diverso dai precedenti. Per Costituzione lo stato di guerra lo delibera il Parlamento - ha detto ancora il ministro - È un fenomeno nuovo, c'è un terrorismo che si fa Stato» conquista territori e maneggia ricchezze e con tali ricchezze «addestra, fa propaganda, arma i terroristi per creare terrore sia negli Stati islamici moderati sia nei Paesi: è una strategia ibrida, che dobbiamo studiare per individuare la risposta».
Il ministro ha poi spiegato che «Negli anni passati non abbiamo costruito l'Europa della difesa comune. Se volessimo costruire forze armate europee, non abbiamo gli strumenti normativi per farlo: sono deboli le regole che sono state costruite».
«Sulla Turchia è stato fatto un errore storico - ha sottolineato la Pinotti - Quando voleva entrare nella Ue è stato dato uno stop, in particolare dalla Francia di Sarkozy e dalla Germania. Ora si riapre questa opportunità. Dobbiamo chiederci: l'Europa è più interessata a poterci dialogare all'interno oppure spingerla in una situazione in cui le relazioni vengono rese più difficili? Io penso che dobbiamo imparare a confrontarci con realtà diverse».
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Il Messaggero