MILANO Aveva in tasca due coltelli e la sera del 18 maggio 2017, mentre si aggirava in stazione Centrale, li ha impugnati ferendo due militari e due agenti della Polfer. Per...
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VIVEVA IN STRADA, DORMIVA IN UN FURGONE
Hosni, rileva il giudice, ha messo in atto un’azione «spropositata», un «gesto inconsulto», quando le forze dell’ordine gli hanno chiesto i documenti, azione non supportata «da un movente rivendicativo o ideologico». E’ stato indagato per terrorismo internazionale per aver postato video inneggianti all’Isis su Facebook, ma i pm hanno chiesto l’archiviazione. E’ stata una perizia, disposta dal giudice su richiesta del difensore Giusi Regina, ad accertare che la capacità di intendere e di volere del giovane era «grandemente scemata al momento del fatto». I periti hanno infatti segnalato un «ritardo» nello sviluppo mentale di Hosni, un disturbo della personalità, oltre al fatto che nel corso dell’aggressione era sotto l’effetto di cocaina. Il giovane viveva per strada, dormiva in una sorta di “furgone-casa” e spesso dormiva in stazione Centrale. La sua azione contro le forze dell’ordine, sottolinea il gup rifacendosi alla perizia, «è stata però sorretta da una particolare “esaltazione emotiva”, tale da consentire di registrare una sorta di corto circuito psico-fisico al termine del quale Hosni è apparso come “svuotato”». «SRADICATO E SENZA AFFETTI»
Secondo il giudice, il giovane ha reagito a una «legittima richiesta di esibire i documenti che ha interpretato come necessitante una reazione-aggressione in chiave difensiva».
Il Messaggero