Come una bomba a scoppio ritardato, la mente di Barbara Coombes esplose nel momento in cui, a 51 anni, trovò quella marea di immagini pedopornografiche nella stanza di suo...
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E' andata in giardino, ha preso una pala e l'ha data in testa a suo padre con tutta la forza che aveva in corpo, poi ha finito l'opera sgozzandolo. Con estrema lucidità ha avvolto il cadavere in un tappeto e l'ha sepolto sotto quintali di terra nel giardino della sua casa di Reddish, Stockport, in Gran Bretagna: per lei la partita era finita lì. Era il 2006: da quel momento in poi ha continuato a vivere la sua triste vita, con un peso in meno tra i mille che le opprimevano l'animo e la mente. Ai familiari disse che Kenneth era morto e che i responsabili dell'ospedale lo avevano cremato, ma continuò a percepire la sua pensione per un ammontare, nel corso degli anni, di circa 200mila euro.
Nel gennaio scorso, però, a dodici anni di distanza, si è rivolta alla polizia e ha confessato tutto: non un pentimento tardivo, ma solo il tentativo di anticipare i risultati di alcune indagini che erano state avviate in base ad alcuni sospetti avanzati sulla morte di suo padre. Quando ha sentito che il cerchio intorno a lei si stava stringendo, ha battuto tutti sul tempo per alleggerire la sua posizione. Il giudice Timothy King l'ha condannata ora a soli nove anni di prigione alla luce dei suoi disturbi post-traumatici da stress e grave depressione legati agli abusi subìti per tutta una vita da quell'uomo che, invece di proteggerla come ogni padre avrebbe fatto, ha distrutto per sempre la sua esistenza. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero