Uccide il padre dopo aver scoperto sul computer foto porno di bambini, comprese le sue

Uccide il padre dopo aver scoperto sul suo pc foto porno di bambini (e anche le sue)
di Federica Macagnone
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Lunedì 16 Luglio 2018, 19:41 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 20:50
Come una bomba a scoppio ritardato, la mente di Barbara Coombes esplose nel momento in cui, a 51 anni, trovò quella marea di immagini pedopornografiche nella stanza di suo padre: immagini oscene che l'87enne Kenneth Coombes aveva scattato a tanti bambini, compresa lei quando era piccola. In una frazione di secondo rivisse tutto l'orrore che per anni le era toccato e che aveva coinvolto altri innocenti. Lei, violentata per anni da un padre che la controllava ossessivamente, la trattava come un oggetto sessuale e la costringeva a farsi fotografare in pose oscene da altri pedofili, era rimasta rovinata per sempre dai traumi dell'infanzia e dell'adolescenza, tanto da vivere quasi in isolamento, senza riuscire ad allacciare rapporti con nessuno. In qualche modo era comunque riuscita ad andare avanti, tentando di scacciare i fantasmi: ma quando ha trovato quelle foto, la miccia si è innescata. 

E' andata in giardino, ha preso una pala e l'ha data in testa a suo padre con tutta la forza che aveva in corpo, poi ha finito l'opera sgozzandolo. Con estrema lucidità ha avvolto il cadavere in un tappeto e l'ha sepolto sotto quintali di terra nel giardino della sua casa di Reddish, Stockport, in Gran Bretagna: per lei la partita era finita lì. Era il 2006: da quel momento in poi ha continuato a vivere la sua triste vita, con un peso in meno tra i mille che le opprimevano l'animo e la mente. Ai familiari disse che Kenneth era morto e che i responsabili dell'ospedale lo avevano cremato, ma continuò a percepire la sua pensione per un ammontare, nel corso degli anni, di circa 200mila euro. 

Nel gennaio scorso, però, a dodici anni di distanza, si è rivolta alla polizia e ha confessato tutto: non un pentimento tardivo, ma solo il tentativo di anticipare i risultati di alcune indagini che erano state avviate in base ad alcuni sospetti avanzati sulla morte di suo padre. Quando ha sentito che il cerchio intorno a lei si stava stringendo, ha battuto tutti sul tempo per alleggerire la sua posizione. Il giudice Timothy King l'ha condannata ora a soli nove anni di prigione alla luce dei suoi disturbi post-traumatici da stress e grave depressione legati agli abusi subìti per tutta una vita da quell'uomo che, invece di proteggerla come ogni padre avrebbe fatto, ha distrutto per sempre la sua esistenza. 
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