Il rivoluzionario della giustizia. Sfrondato da tutti gli orpelli e le etichette che gli hanno appioppato in vita e che dopo morto già abbondano soprattutto sulla bocca di...
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La negazione delle garanzie del cittadino nel processo, gli abusi del sistema giudiziario, lo squilibrio tra le parti, l’uso perverso delle inchieste come clava per abbattere l’avversario politico. Poteva essere il vaccino giusto per curare la malattia, è diventato la maschera deformata di una rivendicazione inappagata nel nostro Paese. Ha capito prima di tutti che solo se la giustizia è un valore fondante e condiviso in un Paese questo può raggiungere i traguardi di benessere e di civiltà a cui i cittadini liberi hanno diritto. La giustizia come prima delle riforme. E certo non è un caso se proprio questa è la riforma perennemente incompiuta del sistema Italia, quella tentata da alcuni protagonisti della scena politica, ma sempre rimandata e allontanata come un lusso impossibile.
Figlie di questa priorità inappagata, in fin dei conti, sono tutte le altre battaglie libertarie e liberali di Pannella. Dal traguardo paritario del divorzio a quello dell'aborto, nato per spezzare l’iniquità della condizione della donna. L’elezione diretta del governo per eliminare il gap tra cittadini e classe politico-partitocratica che decideva nelle segrete stanze. La “religione” del maggioritario, al di là della bontà o meno intrinseca di sistema elettorale, come grimaldello per consentire agli elettori un match tra candidati all’insegna della scelta del più convincente. E potremmo continuare con i primi referendum, buoni a infrangere la cappa stagnante sulla società italiana. E poi inflazionati in un rito stanco e ripetitivo. Fino al diritto all’eutanasia, una scelta personalissima e del tutto affidata alla coscienza di ciascuno, ma che andava sottratta al maglio oppressivo di autorità superiori o di magisteri religiosi, proprio per rendere gli uomini liberi e padroni della loro vita fino all’ultimo.
Questa è la semina abbondante di Pannella, raro e solitario apripista delle principali riforme di questo Paese.
Il Messaggero