È stato sospeso, con richiesta da parte della difesa di «messa alla prova ai servizi sociali», il processo a carico di Antonio Bini, il bodybuilder accusato di...
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Il 29enne, posto agli arresti domiciliari il giorno dell'aggressione, era tornato libero il 9 febbraio scorso in seguito al risarcimento di 28 mila euro (più 5mila di spese legali) a Pier Federico Bossi, l'autista del taxi a cui staccò il lobo di un orecchio. I difensori di Bini, gli avvocati Beatrice Saldarini e Patrizia Pancanti, hanno depositato oggi al giudice i documenti per chiedere la messa alla prova del loro assistito presso l'Uepe (l'ufficio per l'esecuzione penale esterna del dipartimento della amministrazione penitenziaria) e il prossimo 18 aprile il giudice deciderà se permettere a Bini di svolgere lavori socialmente utili per alcuni mesi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero