Nel mezzo del braccio di ferro sulla riforma del Senato e ad una settimana dalla decisione dei magistrati se mandarlo ai servizi sociali o agli arresti domiciliari, Silvio...
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SCONTRO CON IL PD
Le ricostruzioni possibili sono varie, ma è verosimile che il piatto forte del colloquio sia stato il braccio di ferro di FI con Matteo Renzi e settori del Pd sulla "cancellazione" del Senato e la decisione di procedere prima con la modifica costituzionale per palazzo Madama e solo successivamente con l’Italicum: inversione di priorità che a FI non va giù.
ANSIA PER LE URNE
Il punto dolente sta proprio qui. Non perché Berlusconi minacci di abbandonare il tavolo delle riforme bensì perché se da un lato monta la protesta per una modifica del Senato ritenuta troppo sbilanciata a sinistra, dall’altra il premier Renzi continua ad insistere sul fatto che l’accordo del Nazareno con Berlusconi tiene e che calendario e contenuti saranno rispettati. Sullo sfondo resta l’incognita elettorale che per FI è un vero e proprio incubo. I sondaggi, infatti, continuano a mostrare un decremento di voti tale per cui Grillo arriverebbe secondo dopo il Pd. Se così fosse, nel partito berlusconiano potrebbero verificarsi lacerazioni fortissime e altrettante scosse telluriche riceverebbe l’intesa siglata con l’allora capo del Pd poi trasferitosi a palazzo Chigi. Chiaro che a quel punto l’intero quadro politico verrebbe scosso da uno tsunami dagli esiti imprevedibili. Ecco perché, nel ragionamento del Cavaliere, se lui fa campagna elettorale e FI tiene, tutto è più facile. In caso contrario, si aprirebbe uno scenario a tinte fosche.
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Il Messaggero